Caro Vittorio Sgarbi ci sono cose che un intellettuale non deve assolutamente fare
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Caro Vittorio Sgarbi ci sono cose che un intellettuale non deve assolutamente fare

Vittorio Sgarbi incastrato da una prefazione galeotta, per così dire, roba da mani nei capelli. Cose che capitano nel mondo e al tempo di internet

Caro Vittorio Sgarbi ci sono cose che un intellettuale non deve assolutamente fare

Ci sono cose che un intellettuale non può permettersi. l miei primi ricordi del Vittorio “mani nei capelli” nazionale risalgono alle sue invettive al “Maurizio Costanzo Show” e alla sua rubrichetta quotidiana in tv “sgarbi quotidiani”; erano gli anni di piombo della transizione tra quella che solitamente chiamiamo 1° e 2° repubblica, e il prode Vittorio se la prendeva un po’ con tutti. I magistrati erano terroristi della legge, i politici una manica di arraffoni, l’università un covo di baroni incapaci di riconoscere il suo genio. Solo una macchinazione simil massonica di confratelli poteva infatti impedirgli l’accesso alle aule del sapere trasmesso.

Ora cosa un intellettuale non può permettersi? In primis il suo forsennato movimentismo politico. E stato comunista, e quelli di solito ci rimangono (eccezion fatta per Bondi), socialista, liberale, democratico, repubblicano, Forza Italia, lista consumatori, e forse dimentico qualcosa… questo suo trasformismo, che chiama superamento culturale, lo ha portato ad essere assessore a Milano, parlamentare, sottosegretario e sindaco attuale di Salemi, in Sicilia. Attaccabrighe ben oltre le righe, vedi caso Leoluca Orlando, è stato coinvolto in vicissitudini in qualità di esperto e critico d’arte, come nel caso Telemarket, dove era lui a certificare l’autenticità delle opere. L’ultima notizia si commenta da sola. Ecco una prefazione di Sgarbi intorno alla figura di Botticelli in un saggio edito dalla casa editrice Skira.

 

 

 

Vittorio Sgarbi scrive: Il giovane Sandro nasce a Firenze nel 1445 da un Mariano Filipepi conciatore di cuoi. Segue studi di lettere forse più profondi di quanto non fosse allora consuetudine comune almeno nel suo ambiente e si rivolge poi alla pittura sotto la guida del vecchio Filippo Lippi; si prende cura di lui in questi anni il fratello maggiore, Giovanni detto il Botticello, da cui Sandro erediterà il soprannome.” E prosegue:” Quando il Botticelli esordisce nella vita artistica fiorentina ? lo precedono di pochissimi anni i Pollaiolo e il Verrocchio, lo segue di lì a poco Leonardo ? Firenze sta vivendo uno dei suoi momenti più splendidi, ricca della più aggiornata cultura del tempo, degli ingegni più alti. Non ancora trentenne Sandro è già entrato nella cerchia medicea che lo accoglierà come il suo maestro prediletto?”.

“Nato a Firenze nel 1445 da un Mariano Filipepi conciatore di cuoi, il giovane Sandro, "malsano" e inquieto, segue studi di lettere forse più profondi di quanto non fosse allora consuetudine comune almeno nel suo ambiente e si rivolge poi alla pittura sotto la guida del vecchio Filippo Lippi; si prende cura di lui in questi anni il fratello maggiore, Giovanni detto il Botticello, da cui Sandro erediterà il soprannome.”

“Quando il Botticelli esordisce nella vita artistica fiorentina ? lo precedono di pochissimi anni i Pollaiolo e il Verrocchio, lo segue di lì a poco Leonardo ? Firenze sta vivendo uno dei suoi momenti più splendidi, potente economicamente e politicamente, ricca della più aggiornata cultura del tempo, degli ingegni più alti. Non ancora trentenne Sandro è già entrato nella cerchia medicea che lo accoglierà come il suo maestro prediletto?”.

Quello in rosso è il testo di un’analisi sul Botticelli effettuato dalla critica d’arte Mina Bacci, storica dell’arte di scuola longhiana. Gli scritti della Bacci risalgono al 1964.

Eccolo qui il peccato capitale di un intellettuale: il "furto" di idee, di pensieri,di altrui percorsi mentali, sperando di farla franca, senza citare e rendere il giusto tributo a chi ha concepito il concetto.

 

Questo, caro Vittorio Sgarbi, ancora di più che il tuo trasformismo culturale, ti rende simile, troppo simile alla fauna italica che tanto dileggiavi. Ti si chiedeva una prefazione e non una esegesi dell’opera del Botticelli, potevi anche impegnarti di più.  

                                                   

 
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