Valentina e Deborah, due abruzzesi, due donne. Due presidenti
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Valentina e Deborah, due abruzzesi, due donne. Due presidenti

Il Lanciano e il Pescara si affronteranno domenica nel derby abruzzese, un altro derby sarà tra le dirigenti. Entrambe donne

Valentina e Deborah, due abruzzesi, due donne. Due presidenti

Come sono lontani i tempi di una annoiata, e magari furiosa, Rita Pavone che con “La partita di Pallone” cantava il disappunto delle italiane per il calcio e per l’incomprensibile scelta di preferire, almeno per un po’, 22 uomini in pantaloncini alle gambe della moglie. Quei tempi sembrano decisamente retrò. Le italiane, quelle più intelligenti, avendo capito di non poter battere il calcio, hanno cominciato a frequentarlo. Qualcuna si è spinta oltre. La figlia del compianto Franco Sensi, Rosella, ha ereditato, insieme a tanto altro, la presidenza della Roma Calcio, società quotata anche in borsa. Parliamo adesso di due donne.

La prima, che per comodità chiameremo Valentina, ha 26 anni,un figlio e conta di sposarsi entro Luglio.
La seconda, che indicheremo come Deborah, con l’acca finale, ha 40 anni, un marito ed è in attesa di un secondo figlio. Cos’hanno di speciale? Valentina Maio (foto) da 7 mesi è il presidente del Lanciano; Deborah Caldora è a capo della cordata che, alla fine di gennaio, ha rilevato il titolo del Pescara. Domenica 1 marzo le loro squadre si affronteranno. Un derby nel derby. Derby abruzzese e derby tra donne dirigenti. La Caldora mastica calcio sin da bambina, il padre è stato presidente, sulla fine degli anni ’70, del Pescara calcio che lei amministra; Valentina Maio convive con un suo “dipendente”, il calciatore Manuel Turchi, il papà del suo piccolo. Chi le conosce riferisce di tante buone idee, sulla gestione del calcio e sulla possibilità di rendere sempre più “a misura di famiglia” una partita di calcio, intendendo lo stadio e la partita parte integrante, e non disgiunta, di un complesso di attività e di attrattive comprendenti anche centri commerciali, cinema, ristoranti e parco giochi. Lo stadio come uno spazio domenicale di completa e totale evasione. Per tutti. Basta con le cattedrali che nessuno riempirà mai, largo ad uno spazio sapientemente calibrato, soddisfacente, efficiente e funzionale. Le idee sono tutt’altro che banali in un mondo, il calcio italiano, fortemente retrivo ai cambiamenti, decisamente misogino, e tollerante di una tolleranza quasi irritante nei confronti dell’elemento femminile. Qualcosa come a dire, “va bene che mettiate i soldi, ma per il resto fate fare a noi uomini e non vi azzardate ad intromettervi nelle riunioni, tutte sigaro e testosterone, dove vengono prese le decisioni veramente importanti”. Dagli uomini. La marea femminile però sta lentamente montando andando ad erodere pezzi di sicurezza. Non ci sono solo Rosella Sensi, Francesca Menarini, presidente del Bologna, Valentina Maio e Deborah Caldora. In serie C, o come si chiama adesso ce ne sono altre due: Elisabetta Pasini, presidente del Pro Sesto, e Floriana Ladina, a capo del Monopoli. Largo al nuovo che avanza e buon derby.

                                                     Massimo    Bencivenga   

 
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