Lie To Me, il linguaggio del corpo come metodo investigativo
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Lie To Me, il linguaggio del corpo come metodo investigativo

Sbarca in chiaro la serie tv che vede come protagonista non un lettore del pensiero, ma un esperto di body language; qualcosa del tipo "non parlarmi, ti capisco"

Lie To Me, il linguaggio del corpo come metodo investigativo

Settembre è solitamente l’inizio dell’anno per quanto riguarda la programmazione tv e dei palinsesti in generale. Ed allora ecco allora il ritorno, in genere con nuove puntate, delle nostre serie televisive preferite, molte delle quali, (e qui andrebbe chiamato in causa un sociologo o uno psicologo) sul genere “guardia e ladri”, ossia: Distretto di Polizia, La Squadra, Ho sposato uno sbirro, Don Matteo, Il Giudice ed il Commissario, Il Comandante Florent, il Commissario Cordier, Il Commissario Manara, Law&Order, Siska, ovviamente Montalbano e così via; a questi vanno aggiunti il filone “scientifico”, con serie come C.S.I e R.I.S Delitti imperfetti, e quello più “cerebrale”, come Profiler o The Mentalist.
Ho un po’ di nostalgia per McGyver, Relic Hunter,  A-Team o L’uomo da sei milioni di dollari, ma fa niente, questo passo il convento.

 McGyver ogni tanto lo danno ancora di mattina, come di mattina c’è, o meglio c’era, Nikita che almeno un po’ di adrenalina la dava.
Proprio The Mentalist è una delle novità della stagione, almeno per quanto riguarda i programmi in chiaro. Insieme a Lie To Me che, perlomeno per quanto riguarda la prima puntata, potrebbe garbarmi molto.
Cos’è Lie To Me? Lie To Me è una serie tv incentrata intorno alla figura di Cal Lightman, uno studioso del linguaggio del corpo a capo di un’agenzia privata, la Lightman Group, che collabora con le solite agenzie statunitensi di polizia o intelligence (Cia, Fbi, Dea, DIA, etc); collaborazioni orientate a stabilire una qualche verità.
Il dottor Lightman usa ed userà la sua padronanza del linguaggio del corpo per mettere in difficoltà l’interlocutore e per scoprire le sue bugie.

 

 

L’assunto fondamentale, e vero, è imperniato sulla sincerità del nostro corpo.

Si può mentire a parole, ma non con il corpo.

Il nome stesso del protagonista Lightman sembra echeggiare Paul Ekman, uno dei pionieri dello studio delle microespressioni.
Da appassionato, (dilettante, s’intende) di questi temi e discipline ho trovato la prima puntata abbastanza carina.
Imparare a capire le microespressioni e le reazioni limbiche che le causano potrebbe aiutare tutti noi a vivere meglio, in quanto potremmo capire meglio noi stessi e gli altri.

Warning!! Non prendete per oro colato quello che vedrete in Lie To Me !!
Potreste perdere anche gli amici e la fidanzata.

 

 

 

Perché? Perché come dice anche Joe Navarro, un ex agente (vero, non in un telefilm) dell’Fbi chiamato dai suoi stessi colleghi “la macchina della verità umana”, nel suo bel libro Non mi freghi, il metodo, pur utilissimo, non è infallibile in quanto anche una persona sincera può avere comportamenti “strani ed ambigui” in condizione di forte stress.

Senza contare che naturalmente siamo più inclini a dire una bugia alle persone cui vogliamo bene.
E che abbiamo timore di perdere.

Joe Navarro ha lasciato l’Fbi e fa consulenze per i giocatori di Poker.

Faccia da poker sì, scemo no.

Massimo Bencivenga  

 
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