Papa Luciani, il Papa del sorriso...
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Papa Luciani, il Papa del sorriso...

Trenta anni fa diventava Papa Albino Luciani, un Papa conservatore e rivoluzionario. L'uomo sbagliato nel posto sbagliato.

Il 26 Agosto del 1978 Albino Luciani divenne ufficialmente Vescovo di Roma (cioè fu eletto Papa) e successore di Paolo VI. In Vaticano, parecchie persone non erano contente dell’elezione di Luciani al soglio pontificio ma, forse, il più scontento di tutti era monsignor Marcinkus che fino all’ultimo istante aveva sperato nell’elezione di un altro candidato. Ma chi era questo Marcinkus? Era una delle pedine fondamentali di quella partita a scacchi che da anni si giocava fra Vaticano e grandi banche e che metteva in palio la possibilità di vedere il proprio capitale aumentare sempre di più. Egli intuì immediatamente e chiaramente “i pericoli” insiti nella volontà di far tornare la chiesa cattolica a quegli ideali di carità cristiana propri del primo cattolicesimo. Un banchiere, perché Marcinkus era fondamentalmente un banchiere, non poteva vedere di buon occhio un simile Papa. E intorno, e insieme, a Marcinkus gravitavano alcuni personaggi oscuri e potenti: Calvi e Sindona. E’ incredibile e deve far riflettere come molti dei personaggi vicini a Marcinkus siano morti in circostanze mai del tutto chiare. Su due punti Luciani sembrava irremovibile: l’iscrizione degli ecclesiastici alla massoneria, e Calvi e Sindona avevano stretti contatti con essa, e l’uso del denaro della chiesa alla stregua di una banca qualunque. In coincidenza con l’elezione di Luciani venne pubblicato un elenco di 131 ecclesiastici iscritti alla massoneria, buona parte dei quali, erano del Vaticano, tale lista scomparve, in circostanze mai del tutto chiarite, dopo la sua morte.

La “disinformazione” vaticana cominciò a dipingere Albino Luciani come un uomo poco adatto all’incarico, troppo «puro di cuore», troppo semplice per la complessità dell’apparato che doveva governare. La morte subitanea, dopo trentatrè giorni di pontificato, suscitò incredulità e stupore, sentimenti accresciuti dalle titubanze del Vaticano nello spiegare il come, il quando ed il perché dell’evento. In tal modo, l’incredulità diventò prima dubbio e poi sospetto. Era morto o l’avevano ucciso? Tante furono le cose dette. Fu detto che Luciani era stato trovato morto con in mano il libro “l’imitazione di Cristo”, successivamente il libro si trasformò in fogli di appunti, quindi in un discorso da tenere ai gesuiti ed infine, qualche versione ufficiosa volle che tra le sue mani ci fosse l’elenco delle nomine che il Papa intendeva rendere pubbliche il giorno dopo.

 

 

In principio l’ora della morte fu fissata verso le 23 e poi posticipata alle 4 del mattino. Secondo le prime informazioni, il corpo senza vita era stato trovato da uno dei segretari personali del Papa, dopo circolò la voce che a scoprirlo fosse stata una delle suore che lo assistevano. Quante versioni. L’autopsia, per quanto sbandierata, non venne naturalmente eseguita. Chi, e con quali motivazioni, fece sparire dalla camera del Papa i suoi oggetti personali? Dalla stanza di Luciani scompariranno gli occhiali, le pantofole, degli appunti ed il flacone del medicinale Efortil. Suor Vincenza (la stessa che ogni mattina portava una tazzina di caffè al Papa) verosimilmente fu l’autrice materiale di quella sottrazione.

 

Perché la donna si sarebbe adoperata con tanta solerzia per far sparire gli oggetti personali di Luciani? Perché quegli oggetti dovevano sparire?

 

 

Una curiosità per chiudere l’argomento: sulla scrivania di Luciani fu trovata una copia del settimanale «Il mondo» aperta su di un’inchiesta che il periodico stava conducendo dal titolo: “Santità...è giusto?” che trattava, sotto forma di lettera aperta al pontefice, il tema delle esportazioni e delle operazioni finanziarie della banca Vaticana. “E’ giusto...” recita l’articolo “...che il Vaticano operi sui mercati di tutto il mondo come un normale speculatore? E’ giusto che abbia una banca con la quale favorisce di fatto l’esportazione di capitali e l’evasione fiscale di italiani?”

 

 

 

 

Ancora in un'omelia disse: "Dio è papà, più ancora è madre… ". Difficile classificarlo come un reazionario con queste parole. Con molta probabilità era un uomo estremamente buono. L'uomo sbagliato, nel posto sbagliato, nel momento sbagliato...  

 

 

 

 
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