C’è una Italia che vince. E' l'Italia della valanghina azzurra, di scena a Garmisch, che ha trovato un nuovo alfiere in un ragazzo con un cognome ben poco italiano, ma che di italiano, di molto italiano, ha sicuramente il sorriso: Christof Innerhofer. Gira voce che il suo allenatore gli abbia detto, a muso duro, qualcosa del tipo “scegli cosa vuoi fare da grande! Essere uno dei tanti o un campione”. Lui ha scelto di diventare un campione. Lo ha fatto nell’unico modo possibile, e cioè vincendo delle belle medaglie: oro in Super G in apertura; bronzo in discesa dopo un canadese, Erik Guay, che ha trovato la gara delle vita e dopo Didier Cuche, il vecchio bucaniere svizzero della velocità. Il tris di medaglie è stato completato con l’argento in supercombinata davanti ad un amico, l’azzurro Peter Fill, e dietro un vero e proprio big come il norvegese Aksel Svindal, con tanti saluti ad un altro big: Ivica Kostelic.
Gli italiani che pensavano a dei mondiali azzurri in tono ridotto, con gli appassionati a seguire Svindal, Bode Miller e Kostelic ed i guardoni a dare un’occhiata alle curve, pennellate e non, di Julia Mancuso e Lindsey Vonn (gira voce che sia incinta) è stato subito servito.
L’Italia c’è. Ed ha battuto dei bei colpi. E quando un italiano vince è tutta l’Italia che si sente un po’ meglio, è dimostrato come buona parte dell’uomo degli italiani sia legata allo sport.
Dopotutto c’è chi si ostina ancora a dire che Bartali nel 1948 evitò un colpo di stato o quasi cominciando la rimonta che lo vide vincere, in un modo che posso definire solo epico, il suo secondo Tour de France. Le medaglie, per adesso, di Innerhofer e Fill, sono oro colato.
Gli sport minori, dallo sci all’atletica, dal canottaggio al nuoto, stanno subendo un duro e doppio colpo. Da un lato lo Stato, con i tagli, dall’altro lato gli sponsor e i media che preferiscono il calcio. Alla luce di ciò tutto quello prendiamo in questo momento è di guadagnato.
Ma vivere aggrappati agli exploit del Razzoli o dell’Innerhofer di turno, oppure aspettando non Godot ma il nuovo Antonio Rossi o un nuovo Alberto Cova non è per niente divertente.
C’è una Italia che vince, e che ha vinto nella settimana di Champions League ed Europa League.
Staremo a vedere se i ricchi regaleranno le emozioni che hanno regalato i poveri.
Massimo Bencivenga |