
In un post dell’anno scorso mi soffermai a parlare dei compleanni 2011 in casa Bonelli riferendomi, più nello specifico, ai 50 anni di Zagor, ai 25 di Dylan Dog ed ai 20 di Nathan Never, ossia in ordine: la creatura di Sergio Bonelli, l’esperimento diventato caso editoriale e, con Nathan Never, la prima operazione di marketing in casa Bonelli. Ebbene quest’anno compie 50 anni Diabolik. Ma chi è o, meglio ancora, cosa ha rappresentato per il fumetto italiano Diabolik? Difficile da dire? Anomalia? Discontinuità? Un fulmine a ciel sereno? Facciamo un salto indietro.
L’Italia è in pieno boom, ma il sessantotto è ancora di là a venire. Dal punto di vista editoriale a farla da padrone è il western, con Tex, con Capitan Miki e con altri eroi che hanno avuto meno fortuna; c’è anche il Grande Blek.
Erano questi i personaggi a stuzzicare la fantasia degli adolescenti nel momento in cui comparve nelle edicole un nuovo numero uno, un fumetto chiamato Diabolik. Il primo numero si chiama Il Re del Terrore e la copertina mostra una donna impaurita dinanzi ad un uomo dagli occhi di ghiaccio, inguainato in una specie di tuta da sub, che brandisce un coltello. Immaginate lo stupore nell’apprendere che Il Re del Terrore non è, come nei bonellidi, il cattivone ma proprio il protagonista: Diabolik.
Una cosa mai vista. Un eroe che terrorizza le donne, che non si perita di uccidere a sangue freddo pur di raggiungere il suo scopo, anche questo assolutamente deprecabile, ossia rubare, trafugare soldi e gioielli. L’esordio è poco brillante, anche perché, pur di non avere rogne, molti edicolanti non lo esponevano. Ideatori di Diabolik sono due donne, le sorelle Giussani: Angela e Luciana. Non so quanto volutamente, ma pensarono ad un personaggio rivoluzionario in tutto.
Il Grande Blek è un idealista? Diabolik è cinico. Capitan Miki e Tex, se possono, disarmano solo l’avversario? Diabolik lo uccide anche quando non ce n’è stretto bisogno.
Tex e gli altri sono scaltri ma non molto istruiti? Diabolik conosce a menadito la chimica e l’elettronica e si fabbrica da solo gran parte dei gadget che lo portano sempre un passo avanti davanti ai buoni, ossia ai poliziotti e a Ginko, che la vulgata vuole un mezzo imbecille ma che invece è un fior di poliziotto.
E’ Diabolik ad essere geniale. E diabolico.
I due, per la verità, qualche volta si sono anche aiutati e spalleggiati. Capita anche nelle migliori famiglie. Rivoluzionario è anche il formato della casa editrice Astorina, che inaugura il formato tascabile.
Quando alle Giussani, se pensate a due zitellone, che hanno sublimato qualche desiderio all’altare delle tre S (sangue, sesso e soldi) che fanno da sfondo alle storie di Diabolik, siete fuori strada, perché le due hanno calcato anche le passerelle: Angela fu modella e testimonial per Lux e Bemberg; Luciana fu eletta Miss Sport nel 1948.
Alte, filiformi e bionde. Vi ricordano qualcuno? Bravi, magari si sono ispirate a loro stesse quando hanno dovuto pensare a Eva Kant, la bellissima compagna di vita e d’avventura del geniale ladro che scappava con la sua Jaguar E.
Per quanto riguarda Diabolik, fisicamente il loro modello fu l'attore Robert Taylor, per le caratteristiche generali invece Angela confessò che fu la lettura di Fantomas a farle scattare qualcosa. Un qualcosa che è sopravvissuto a loro e che ancora oggi tira, come si dice in gergo. Per quanto riguarda il nome Ginko, la cosa è molto semplice: Angela Giussani, semplicemente, aggiunse una K al nome del marito Gino. Il primo numero, il già più volte citato Il Re del Terrore sbarcò in edicola nel Novembre del 1962 al costo di 150 lire. La pubblicità?
“Volete un’ora di brivido? Episodio completo – leggete Diabolik! Chi è Diabolik? Diabolik è il Re del TERRORE! Diabolik è il genio del DELITTO! Diabolik vuol dire Mistero! Compratelo Subito!”
Erano altri tempi. E la pubblicità mi ha fatto venire in mente un’altra differenza con i Bonelli, oltre al linguaggio ed alla psicologia dei personaggi: gli episodi erano quasi tutti autoconclusivi, diversamente dalla linea Bonelli, ligia al filone per un soffio e per un pelo tanto cara la feuilleton, con l’albo che terminava con l’eroe in caduta libera verso pietre e scogli.
E con l’albo successivo che iniziava con un appiglio insperato che salvava l’eroe puro e duro.
Last but not least, Diabolik ha fatto da apripista ad altri personaggi poco raccomandabili come Kriminal e Satanik, bellissima rossa dagli occhi verdi. Erano altri tempi, ma a vedere Diabolik, Satanik e Kriminal, a pensare all’audacia erotica di Messalina, Jacula, Vartan, Isabella, Lucrezia, Jungla, Sukia ed altri mi sento di dire che forse, in campo editoriale si sperimentava più allora che oggi. Tu che ne pensi?
Nel 2000 ci fu anche una versione a cartoni di Diabolik. Eccovi un estratto della sigla:
Diabolik, Diabolik
Diabolik, Diabolik
Diabolik, Diabolik
Diabolik, Diabolik
Dopo un altro colpo tu ed Eva Kent
vi guardate intorno e nell'auto siete già
un errore un contrattempo e adesso c'è la polizia
ma con l'auto nel frattempo siete già filati via
Lei non ti tradirà mai
perchè lei è tutto quel che hai
i tuoi occhi nella notte sono fari che risplendono
e il bene e il male accendono
quando affronti le tue lotte tu fai sempre tutto quel che
puoi per arrivare dove vuoi
è un'impronta il tuo nome
lasci il segno Diabolik
è un'impronta il tuo nome
lasci il segno Diabolik
è un'impronta il tuo nome
Massimo Bencivenga
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