 A Sessant’anni dalla sua morte lo spartito «Madonna Mia», del boss dei boss, Al Capone sarà venduto all'asta da Kenneth W. Rendell, un antiquario appassionato di documenti storici. L’asta partirà dalla cifra minima di 65 mila dollari ma si pensa di ricavarne molti di più. Oltre ad essere un inedito, lo spartito è una prova inconfutabile della doppia personalità di Al Capone: da una parte gangster sanguinario e crudele, dall’altro compagno romantico, sensibile e amorevole. «Madonna Mia/Tu sei la fioritura delle rose/tu sei la grazia che riposa/nel cuore di una canzone/Madonna Mia/col tuo vero amore come guida/non sbaglierò mai/Madonna Mia/sei la sola che amo/Madonna Mia/te lo prometto qui adesso/ti adorerò fino alla fine».
A dispetto di quanto si possa credere, Al Capone questo brano non l’ha scritto per realizzare un tributo alla Vergine Maria, ma mentre era detenuto per evasione fiscale ad Alcatraz, desiderava omaggiare l’adorata moglie Mae, sua fedele compagna anche nei momenti più difficili e drammatici.
Pochi sanno del suo amore per la musica. Grande appassionato dell’opera e del jazz, Al Capone suonava molto bene il banjo e il mandolino, oltre a saper leggere perfettamente gli spartiti musicali. In occasione del famigerato «Massacro di San Valentino», concertato dal suo genio criminale nel 1929, i componenti della sua banda tirarono fuori i mitra proprio da custodie di violino. Rinchiuso nella prigione di Alcatraz, si rivolse immediatamente al guardiano del penitenziario chiedendogli il permesso di formare un piccolo complesso musicale. Dopo molte insistenze la sua richiesta fu accettata. E fu in queste circostanze che Al Capone diede vita a «Madonna Mia», che regalò a Vincent Casey, l’aspirante sacerdote che prima di vestire gli abiti talari da prete gesuita, fece voto di fargli visita in prigione almeno una volta alla settimana . Oggi Mike Casey, il figlio di Vincent, che successivamente abbandonò la vita sacerdotale racconta che il padre gli ha sempre parlato di al Capone come di un uomo umile, gentile e cortese.
Il religioso, nel carcere, incontrò molto spesso la fedelissima moglie di Al Capone Mae che si prese cura di lui anche durante la fase di degenerazione della sifilide, la malattia che avrebbe poi procurato la morte del gangster nel 1947. Il Chicago Tribune sostiene che questa terribile agonia non dissuase mai Al Capone dal coltivare la sua grande passione per la musica. Perfino quando era in preda a terribili allucinazioni paranoiche, Al Capone non smise di suonare il suo amato mandolino. Nel Contempo Rich Larsen, promotore del Caponefanclub.com, sta dedicando molte energie alla produzione di un CD di Madonna Mia che pare rievochi i tradizionali motivi d’amore italiani degli anni ’30. Sarà interpretato da due cantanti, un uomo ed una donna, accompagnati da mandolino, fisarmonica, piano e violino. |