 Nella nostra società contemporanea gli chef hanno assunto un ruolo sempre più importante, forti anche del potere che la televisione ha dato loro grazie ai numerosi programmi e talent show dedicati proprio alla cucina. E così nomi che sino a qualche anno fa erano per noi del tutto sconosciuti sono diventati delle vere e proprie celebrità. E così le ricette che realizziamo ogni giorno a casa non sono più solo quelle della nonna come accadeva un tempo, ma le ricette che abbiamo avuto modo di vedere in tv o di leggere sull'ultimo libro di cucina uscito in libreria. E proprio grazie a questi chef abbiamo scoperto che le ricette possono essere modificate, che possono essere aggiunti degli ingredienti speciali che ne mutano completamente il sapore, che possono essere realizzate di un piatto mille diverse versioni.
Ogni chef ha insomma la sua ricetta personale, i suoi ingredienti segreti, il suo modo di concepire la gastronomia ed è questo il motivo per cui ogni chef vorrebbe vedere riconosciuto il diritto d'autore sui suoi piatti. Sono molti i cuochi alla ricerca di una qualche tutela per le loro ricette come ad esempio lo chef Heston Blumenthal che dall'alto delle sue due stelle Michelin ha provato ad ottenere il copyright sulla ricetta del merluzzo arrostito speziato con lenticchie di Castelluccio, senza risultati positivi però. C'è anche un altro grande chef che si sta battendo per ottenere il copyright sulle ricette, il famoso Gualtiero Marchesi che vorrebbe veder riconosciuto infatti il suo Riso Oro e Zafferano. Pensate che un ex cuoco di Marchesi ha inserito nel menù del suo ristorante un piatto identico. Il nome di questo piatto è "Risotto Oro e Zafferano, Omaggio a Marchesi". Certo il nome di Marchesi c'è e questo è già qualcosa, ma si tratta comunque di una copia a tutti gli effetti, di una contraffazione.
Come possono gli chef tutelarsi da tutto questo? Per adesso purtroppo non possono farlo. E a quanto pare la strada per raggiungere un qualche risultato è davvero molto lunga. L'importante comunque è iniziare a parlarne, iniziare a diffondere la cultura delle ricette come proprietà intellettuale dei loro creatori. Forse se tutti iniziassero a vedere la cucina da questo punto di vista sarebbe possibile arrivare ad un cambiamento più in fretta.
C'è a quanto pare una legge che può essere utilizzata come punto di partenza per dare vita al cambiamento, la legge di Sibari che risale, pensate, a circa 500 anni prima della nascita di Cristo. Ecco che cosa si legge: "qualora un ristoratore o un cuoco inventi un piatto originale ed elaborato, nessuno altro che l'inventore è autorizzato ad utilizzare la ricetta, prima che un anno sia passato, in modo tale che l'inventore abbia il diritto esclusivo di ricavare un profitto da esso all'interno del suddetto periodo, e in modo da indurre altri a fare uno sforzo e a distinguersi per le invenzioni nello stesso campo". Capite bene che già un riconoscimento di questa tipologia sarebbe un punto di partenza davvero molto interessante per tutti coloro che hanno deciso di fare della cucina non solo un lavoro, non solo una passione, ma la propria stessa vita. |