 Una guarda le stelle e narra delle Terre Emerse, l’altro studia la materia ed è affascinato dalle perline lucenti sparse qua e là sulla sabbia della matematica.
Se osservare le stelle è anche fare un viaggio nel passato Licia Troisi l’ha interpretato con una sua originale e personale visione di un mondo “alla Tolkien”, e con l’aggiunta dell’elemento femminile; Paolo Giordano ha visto nella prossimità di due numeri primi la solitudine, l’incapacità e l’incomunicabilità di un ragazzo e una ragazza di perdersi, pur sfiorandosi, l’uno nell’altro.
Paolo Giordano ha vinto, da debuttante, con il suo La solitudine dei numeri primi, il Premio Strega, e Licia Troisi sbancò, al debutto, con il primo episodio della saga, Nihal della terra del vento.
Due giovani, due studiosi, due fisici, due persone molto diverse da tanti loro coetanei, e due ventate di novità nel mondo della letteratura, voglio chiamarla così, italiana.
La Troisi, abituata alla vastità dell’universo, immagina e realizza mondi nuovi, governati da nuove regole, storie ad ampio respiro.
Paolo Giordano che investiga l’infinitamente piccolo si cimenta e si trova a suo agio con una storia intima.
Due mondi diversi uniti dalla grande capacità di raccontare.
In Italia ultimamente dev’essere passato un messaggio sbagliato.
Gli autori giovani cercano lo shock, e la fama, infarcendo i loro libri di sesso e sangue.
Personalmente credo che il ricorso al sesso e al sangue è paragonabile al "ralenty" per un regista.
L’uso di tali tecniche o argomenti è inversamente proporzionale al talento.
Una ragazzina che si spazzolava più volte i capelli prima di andare a dormire è rimasta penosamente a corto di argomenti…
Se Melissa P. mi smentisce sarò ben felice di andare a Canossa…
Ma non credo…
Massimo Bencivenga
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