Il significato nella Pasqua delle uova, della colomba e dell'agnello
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Il significato nella Pasqua delle uova, della colomba e dell'agnello

Con l'avvicinarsi della Pasqua diamo un'occhiata ai simboli più ricorrenti ed usuali della Pasqua stessa

Il significato nella Pasqua delle uova, della colomba e dell'agnello

Sin da bambino mi sono chiesto perché la Pasqua del Signore non cadesse in un giorno preciso: che so? Il 27 marzo. D’altra parte mi dicevo, al momento della morte, Gesù era un uomo famoso; ben più famoso che alla nascita, laddove invece abbiamo scelto una data. Falsa. Bene. Quali sono i simboli della Pasqua? L’Uovo e la Colomba, un po’ meno gli agnellini. Il significato dell’agnello per gli ebrei lo possiamo far risalire all’episodio di Ibrahim/Abramo e del sacrificio del figlio (unico) Isacco. Anche se, volendo, possiamo tornare indietro ad Abele il pastore, che incontrava, agli occhi di Dio, un maggior gradimento rispetto all’agricoltore Caino.

La Pasqua ebraica aveva il significato di passaggio: il passaggio degli ebrei dalla schiavitù d’Egitto alla liberazione ed alla Nuova Alleanza con premio La Terra Promessa. Durante le piaghe in Egitto il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe e di Giuseppe ordinò che le case degli ebrei fossero segnate con il sangue degli agnelli, in modo che l’angelo del Signore passasse oltre senza uccidere il primogenito di quella casa.
Ecco subito due “must” del Vecchio Testamento: il sangue ed il valore del primogenito; era quella ebraica una società nella quale il sangue era molto, molto importante. Ed anche la primogenitura: ricordate gli intrighi e i sotterfugi di Giacobbe per ottenerla?
Alcuni esegeti sostengono che le moderne tradizioni pasquali dell’agnello e del pane azzimo siano da far risalire a due diverse culture, anche distanti tra loro. Per l’agnello trattasi di un sacrificio legato alla transumanza, un’usanza premosaica; in quanto al pane azzimo si ritiene possa essere un’aggiunta ed una contaminazione cananea. Ancora una volta, si tratta di un dicotomia pastorizia/agricoltura stanziale. 

 

 

La Pasqua cristiana è intesa invece come sacrificio. Dal punto di vista teologico, la Pasqua racchiude in se tutto il mistero cristiano: con la Passione, Cristo si è immolato per l’uomo, liberandolo dal peccato originale e riscattando la sua natura ormai corrotta, permettendogli quindi di passare dai vizi alla virtù; con la Resurrezione ha vinto sul mondo e sulla morte, mostrando all’uomo il proprio destino, cioè la resurrezione nel Giorno Finale, ma anche il risveglio alla vera vita. Con la promessa di una nuova venuta alla fine dei tempi.

I cristiani hanno trasferito gran parte dei significati della Pasqua ebraica nella nuova Pasqua cristiana, applicando la consumata tecnica che prende il nome di sincretismo religioso: quello che ha permesso e consentito l’edificazione del Pantheon di Roma sulle vestigia di un tempio pagano preesistente.
Lasciamo adesso gli agnellini e andiamo a vedere cosa possiamo dire relativamente alle uova.

Da tempo immemore le uova sono associate alla vita che nasce, al mistero ed alla sacralità che circonda la stessa. In numerose culture c’è il concetto di uovo cosmico alla base della cosmogonia; in diverse culture il Cielo e la Terra venivano concepiti come due metà dello stesso uovo. I Greci, i Cinesi e i Persiani usavano scambiarsi uova di gallina come doni per le feste Primaverili. Nell'antico Egitto, in occasione dell’equinozio di Primavera, venivano regalate delle uova decorate. Nei Paesi Scandinavi le uova sono ancora oggetto di giochi d'abilità ed assumono valenze particolari (una leggenda narra che andare in chiesa con in tasca un uovo nato il Giovedì Santo aiuterebbe a smascherare le streghe). In occasione della ricorrenza dei morti, celebrata il venerdì successivo al giorno di Pasqua, gli ortodossi usano ancora colorare le uova di rosso e metterle sopra le tombe, quale augurio per la vita ultraterrena. Pare che questa tradizione sia legata ad una leggenda su Maria. Si narra che la Madonna facesse giocare Gesù Bambino con delle uova colorate e che il giorno di Pasqua, tornata sul sepolcro del Figlio, trovò alcune uova rosse sul ciglio. Si racconta, anche che Maria Maddalena si presentò all'imperatore Tiberio per regalargli un uovo dal guscio rosso, a testimonianza della Resurrezione di Gesù e che Maria, la Madre del Cristo, portò in omaggio a Ponzio Pilato un cesto dorato pieno di uova per implorare la liberazione del Figlio.

Spesso la Maddalena è stato associato ad un uovo, basta vedere alcuni dipinti, e si è spesso fantasticato sul significato, che non pochi sostengono di tipo gnostico, dell’ “accoppiata” Maddalena/Uovo.

Nell’iconografia cristiana, l’uovo è il simbolo della Resurrezione, il suo guscio rappresenta la tomba dalla quale esce un essere vivente. Secondo il paganesimo l’uovo è, invece, simbolo di fertilità:dell’eterno ritorno della vita. Di rinascita primaverile dopo il duro e sterile inverno. Le uova, associate alla primavera per secoli, ed è con l’arrivo della primavera che le galline ritornano a covare, con l’avvento del Cristianesimo, ed in virtù del sincretismo di cui sopra, divennero simbolo di rinascita. Non più rinascita della Natura in un contesto pagano e agreste, ma dell'uomo stesso, simbolo della resurrezione del Cristo: come un pulcino esce dell'uovo, oggetto a prima vista inerte, Cristo uscì vivo dalla sua tomba.
Nella simbologia, le uova colorate con colori brillanti rappresentano i colori della primavera e la luce del sole. Quelle colorate di rosso scuro sono invece simbolo del sangue del Cristo. Con molta probabilità le uova per la pasqua sono un retaggio, così come il calcolo lunare della data, della cattività babilonese o comunque una diretta influenza della cultura caldea sugli egiziani che la trasferirono agli ebrei di Mosè.

E la Colomba? Ritorniamo un attimino ad un episodio chiave della Genesi. In Genesi 8:11 si legge: “e la colomba tornò a lui verso sera; ed ecco, essa aveva nel becco una foglia di ulivo strappata di fresco; così Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra.”

Per l’umanità intera iniziava una nuova era, l’ira e il castigo divino si erano conclusi, Dio stava inviando un messaggio di pace e riconciliazione all’uomo. E la colomba era il Suo messaggero.
La colomba diventa, in tal modo, simbolo della pace e della salvezza per gli uomini e nel periodo pasquale questa simbologia viene maggiormente accentuata se si pensa all’opera salvifica compiuta da Gesù, dal "Principe della Pace" (Isaia 9:5) che con il Suo sacrificio ha riconciliato l’uomo a Dio, Suo Padre. Ancora una volta una simbologia legata ad un passaggio a qualcosa di diverso. Nella Grazia di Dio.

 

Anche gli ulivi, l’asino e l’ingresso sulle ali dell’Osanna di Gesù a Gerusalemme hanno un ben preciso significato. Ma questa è un’altra Storia.  

Massimo Bencivenga

 
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