L'arte etrusca, la rappresentazione cupa e spaventevole dell'oltretomba
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L'arte etrusca, la rappresentazione cupa e spaventevole dell'oltretomba

L'arte etrusca è un'arte tipicamente ombrosa, usata perlopiù per ingraziarsi delle divinità malvagie e sanguinarie. A loro si deve però l'introduzione, in Italia, dell'arco a tutto sesto.

L'arte etrusca, la rappresentazione cupa e spaventevole dell'oltretomba


Sono legato emotivamente all’arte etrusca, ma non ne sono un appassionato.
La ragione emotiva è presto spiegata. In prima media, la prima gita da adulti (o, perlomeno, a me tale sembrava), fu a Cerveteri, a visitare la Necropoli della Banditaccia, con i suoi monumenti funebri di dimensioni molto grandi.

E’ possibile che i romani abbiano preso a esempio le necropoli etrusche per le loro catacombe, e qualcuno dice che magari hanno mutuato anche i giochi nell’arena dagli etruschi. Sull’origine degli etruschi e della relativa civiltà si stanno ancora “scannando” gli storici e gli archeologi. Cerveteri, ai tempi romani chiamata Caere Vetus, era relativamente importante perché esportava minerali di ferro.

Ad ogni modo, lasciamo per un attimo il problema delle origini della civiltà etrusca e vediamo un po’, per sommi capi, l’arte etrusca. L’arte etrusca, pur essendo originale, presenta indubbiamente degli elementi proto-italici, egizi, greci, sirio-fenici, mesopotamici e indoiranici. 

Nell’arte etrusca, come del resto anche in altre espressioni artistiche antiche, la religione ha una forte valenza. Gli Etruschi avevano una visione molto cupa della morte, non credevano nella beatitudine nella vita ultraterrena, pur credendo nella vita eterna dopo la morte, come gli Egizi, né avevano con le divinità un rapporto confidenziale come i Greci. Gli dei etruschi erano invece ostili, malvagi, rotti facilmente a far del male. In tale ottica, l’arte etrusca sottolinea sempre più questa sottomissione alle divinità nonché l’accettazione cieca, pacifica e supina del loro volere.   


L’arte etrusca, per ciò che concerne l’architettura, è ricordata per le già citate e vaste necropoli nonché per l’uso primizio degli archi a tutto sesto. Essi scoprirono il modo per tenere su una struttura che curvava sulla parte superiore, formando un semicerchio che si sovrappone alla struttura.
La brillante idea Etrusca fu quella della chiave di volta, ovvero di una pietra più grande che scaricava la tensione sugli impalchi laterali reggendo in piedi l'arco senza alcun sostenimento. Oggi potremmo dire che furono dei massoni ante litteram.
La necropoli di Cerveteri è nota soprattutto per gli splendidi esempi di architettura tombale, mentre la necropoli di Tarquinia per i famosissimi affreschi ipogei.

La pittura, nell’arte etrusca, è essenzialmente, anche qui, relegata ad abbellire, con affreschi, i complessi funerari. Essa ha una importanza notevole non tanto per il livello artistico raggiunto, quanto piuttosto per il fatto che trattasi del più importante esempio di arte figurativa preromana.

Nella scultura, l’arte etrusca, pur essendo influenzata da quella greca è ben lungi dall’accostarsi all’armonia e alla perfezione ellenica. Il tema dominante era sempre la celebrazione delle capricciose e irritabili divinità. La scultura etrusca aveva in particolare tre funzioni: funerarie, rituali e votive. 

 

 
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