 Genova ospiterà a fine mese il Festival della Scienza, tra i numerosi ospiti anche uno degli trader più hot, caustici e dissacranti del momento: il franco-libanese Nicholas Nassim Taleb, che ci istruirà su come diventare “robusti” ai cigni neri della vita. Taleb, un uomo dall’ego ipertrofico, ogni tanto riconosce di aver avuto qualche maestro, uno di questi maestri è morto proprio questo mese, e sto parlando di Benoît Mandelbrot. I due, Taleb e Mandelbrot, hanno in comune la Francia come terra d’azione e la matematica dell’incertezza come terreno comune; a Taleb, un filosofo prestato alla Finanza, la matematica gli è servita per arricchirsi, per i tipi come Mandelbrot i soldi sono un aspetto secondario rispetto alla conoscenza, alla vera conoscenza.
Taleb è un guascone che ama lo scontro verbale, Mandelbrot aveva un atteggiamento più lieve. Benoît Mandelbrot è morto a circa 86 anni, è morto dopo una vita dedicata alla matematica e dopo aver fattivamente contribuito alla crescita della Geometri Frattale, della quale è considerato il papà. Non è il papà, ma è stato il più grande ambasciatore che la stessa ha avuto.
Proprio la teoria dei frattali lo ha avvicinato alla finanza, ma la Teoria dei Frattali si attaglia bene, sicuramente meglio della matematica “classica”, a tutti i sistemi complessi, ergo alla finanza come allo studio del corpo umano, alle previsioni sismiche e meteo e così via.
Ho l’istinto del tassonomista e spesso chiedo in giro e spesso chiedo un po’ a tutti cose del tipo: “Secondo te chi è stato il più grande tennista del Novecento? E il più grande matematico? E il più grande fisico? E il più grande scrittore italiano?”. Cose così, e lì mi accorgo dell’invasività dei media.
Nella mia doxa grande impatto ha avuto “A Beautiful Mind”, per tanti John Nash è ritenuto essere stato un grandissimo matematico che un’America bigotta ha ostaggiato.
Ebbene, nella mia personale classifica John Forbes Nash Jr non vale Benoît Mandelbrot.
Ma Nash non vale neanche Kurt Godel, Paul Erdős, né tantomeno i veri giganti del secolo: Alan Matheson Turing e John Von Neumann; vale meno anche di gente come Norbert Wiener o Claude Elwood Shannon (Shannon non so classificarlo bene perché è stato un matematico/ingegnere) e probabilmente rende qualcosa dal punto di vista matematico anche a fisici come Lev Davidovich Landau, Richard Paul Feynman o Edward Witten.
Eppure Benoît Mandelbrot sarà ricordato solo dagli addetti ai lavori. Mentre Nash anche dalle ragazzine che studiano sociologia.
C’è qualcosa di ingiusto in tutto ciò e questo mio articolo vuole essere pro Mandelbrot e non versus Nash, il quale non ha colpe, semmai la colpa è del regista Ron Howard (l’amico di Fonzie di Happy Day) e di Russell Crowe, l'articolo vuole dare il giusto merito, o perlomeno ci provo.
I matematici hanno inventato un numero, detto Numero di Erdős, per sistemizzare la “distanza” tra una persona e il matematico ungherese Paul Erdős, uno molto prolifico e che collaborò con centinaia di matematici, in termini di collaborazione in pubblicazioni matematiche.
Sarebbe bello saper il Numero di Erdős di John Nash e quello di Benoît Mandelbrot.
Piccolissima ed ultima digressione, Boris Abramovich Berezovsky, ex uomo più ricco della Russia, in esilio dorato a Londra e accusato in patria di essere un boss della mafia russa è stato, in una vita precedente a quella di businessman, un matematico. Attualmente ha Numero di Erdős 4. Non male.
Ad ogni modo, take care Benoît Mandelbrot… E grazie
Massimo Bencivenga
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