
Twilight, New Moon e Eclipse. Uno dopo l’altro, in chiaro e in prima serata, su Italia 1, da Domenica 7 Ottobre a Martedì 9. Sono molto curioso di vedere l’andamento dello share, che s’impennerà, presumibilmente, in sincrono con le vicende e gli accidenti che capiteranno a Bella e Edward.
Perché, benché nel corso della Saga anche altri personaggi avranno il loro momento, sono loro due i protagonisti. La ragazzina impacciata, e tutt’altro che sexy e bella, e il ragazzo con la “dannazione” dell’essere vampiro. Un vampiro moderno però, che ha più voglia di baciare il collo di una ragazza che di azzannarlo. Gli psicologi hanno già scritto chili di carta sul perché e per come del successo, tra teen e non solo, dei romanzi della Meyer. Gli stessi studiosi sono adesso all’opera per cercare di dare un senso all’inspiegabile successo delle sfumature di grigio, nero e rosso.
Ad ogni modo a Stephenie Meyer, autrice e ideatrice della Saga di Twilight, di religione mormona come il candidato presidente Usa Mitt Romney, devono essere grate tanti alle autrici (più qualche autore) che sfruttando il genere inaugurato, forse dovrei dire riproposto, dalla Meyer hanno fatto soldi a palate proponendo moderni vampiri, licantropi, angeli, amesha, streghe, demoni, mutanti, vigilanti e così via che hanno la spiacevole ventura di trovare straordinariamente attraenti gli umani e le umane.
Lei come Dan Brown ha fatto da apripista. Qualcosa del genere lo ha fatto, seppur in tono minore anche La Millennium Trilogy di Stieg Larsson. Perché grazie alla Saga di Twilight sono tornate in auge anche le “vecchie” Anne Rice, Nancy Kilpatrick, Lisa Jane Smith e Laurell K. Hamilton. A queste vanno aggiunte le nuove, giovani e meno giovani, autrici dell’horror in salsa romantica e/o erotica; autrici quali, per citarne alcune: Richelle Mead e Lara Adrian, Keri Arthur e J. R. Ward (in queste c’è anche po’ più di sesso), Melissa de la Cruz e Colleen Gleason, Tanya Huff e P.C & Kristin Cast (queste due sono mamma e figlia), Patricia Briggs, Rachel Caine, Elizabeth Chandler, Catherine Howe e tante altre.
E gli italiani o le italiane?
Ce ne sono eccome, mi sento però di spezzare una lancia a favore di Alessia Rocchi che, nel 2006, con il suo “Anghelos” edito da Rizzoli, anticipò un po’ questa esplosione di vampiri&co in Italia. La ragazza è molto preparata in Storia. E questo è uno svantaggio, perché chi legge questi libri non vuole imparare qualcosa, vuole sognare un amore impossibile e totalizzante. Dorotea De Spirito, una viterbese non ancora ventenne, raccontò di un amore impossibile tra un angelo e un…demone.
Ma le mode dopo un po’ stancano, e chi arriva adesso si trova in una situazione difficile, perché il mercato è ormai saturo e risulta difficile far capire che il “prodotto” è veramente valido. Ad ogni modo, sono curioso di vedere se in tv la Saga di Twilight sbancherà come al botteghino.
Last but not least, in America l'impatto della Saga di Twilight è stato così forte che per due-tre anni il nome più comune assegnato alle bambine è stato appunto Isabella.
Massimo Bencivenga
|