Vengono impiegati filtri a carbone attivo se nell’acqua vi è una massiccia presenza di cloro libero che è anche causa di odore sgradevole, oppure un’alta concentrazione di macromolecole organiche disciolte, causa queste di sapori e colori inusuali.
Il carbone attivo è un elemento granulare con un’elevata porosità. Esso consente di assorbire gli elementi disciolti nell’acqua.
Ma qualora siano presenti particelle in sospensione nell’acqua che determinano l’ostruzione dei pori del carbone inficiando così la sua funzione di assorbimento è consigliabile installare un filtro rapido a pressione a monte del filtro a carbone attivo.
Il carbone attivo, nel momento in cui ha esaurito la sua capacità di assorbire, va rimpiazzato.
Attributi dei filtri a carbone attivo
I serbatoi vengono realizzati in acciaio al carbonio elettrosaldato e vengono poi zincati a caldo. La verniciatura interna viene effettuata con vernice epossidica mentre per quella esterna viene utilizzata una vernice idonea per superfici zincate. Ciascun serbatoio è fornito di gambe di sostegno e ha dei boccaporti necessari al caricare il materiale filtrante.
Le tubazioni in acciaio zincato sono fornite di valvole a sfera in ottone cromato in tutti quei modelli che funzionano con in maniera manuale, e sono fornite di valvole idropneumatiche in ghisa, per tutti quei serbatoi provvisti di un sistema automatico.
Le tubazioni sono provviste di ben due manometri utili a determinare le perdite di carico.
Come scegliere un filtro di carbone attivo
Il primo criterio di scelta deve tenere conto delle condizioni chimiche-organolettiche dell’acqua da trattare, perché in base a queste verrà definita la portata.
Va sottolineato che non è possibile operare il trattamento con carbone attivo diretto nei casi in cui l’acqua contiene oli, grassi, idrogeno solforato, gas metano, ferro organico, oltre 50 ppm di sostanze organiche.
Qualora si rendesse necessario l’assorbimento di particolari sostanze inquinanti c’è tutta una gamma di carboni attivi specifici.
