 Euro 2008 va in archivio con la squadra che ha giocato il calcio migliore, quella che alcune volte ha giocato a centrocampo con 4 centrocampisti centrali, alla faccia dell’ortodossia tattica, e che ha lasciato a casa il miglior talento spagnolo degli ultimi 30 anni e passa…quel Raul Gonzalez Blanco che nessun quotidiano si è ricordato di citare nell’orgiastica fiesta iberica. Il mondo, semplicemente, da ragione a chi vince e non si ricorda degli assenti. La parte rilevante però è sottolineare che, per la prima volta, dal 1980 nella finale di un europeo o un mondiale non c’era nessun giocatore in forza a squadre italiane…
Neanche un Larsen o un Dellas qualsiasi… Nada..
Da un po’ di tempo a questa parte non riusciamo più ad attrarre e trattenere i migliori.
Prima ci rendiamo conto che si gioca a calcio, e bene, anche fuori dall’Italia e prima eviteremo giustizie sommarie dettate dal cuore più che dal cervello.
A mio giudizio la squadra del 2006 era alla fine di un ciclo, e per fortuna all’ultima chiamata abbiamo raccolto qualcosa con una squadra di qualità.
Abbiamo forzato il ciclo e il risultato è stato modesto, questo sì, ma non catastrofico…
Se non a livello mediatico…
Siamo usciti ai rigori contro i futuri campioni e non c’è stata nessuna Corea, del Nord o del Sud, nessun Zambia e nessun Costarica a infangare il ricordo della spedizione…
La nuova parola d’ordine: svezzamento e crescita…
Massimo Bencivenga |