
Prandelli non avrà avuto forse il coraggio di metter fuori qualcuno che non era in condizione contro la Spagna, ma si è, nondimeno, dimostrato molto più coraggioso di altri ct.
Ha avuto il coraggio, la follia e l’intuizione di far coesistere Cassano e Balotelli, come di dar fiducia a giovani e gente nuova come Giaccherini, Abate e Diamanti.
Nella prima uscita post scoppola Spagna, ha fatto giocare, nella partita persa contro l’Inghilterra, Ogbonna, Diamanti, Destro, El Shaarawy, nella ripresa ha fatto poi giocare Gabbiadini, Verratti, Poli e Fabbrini.
In un paese gerontocratico, la linea giovane del ct rappresenta una decisa rupture con gli ultimi anni della nazionale.
Dal momento che mi perito di essere anche un esperto talent scout, non posso che apprezzare la linea verde. Nel 1995 feci una scommessa asserendo che Francesco Totti sarebbe arrivato in nazionale prima di Salvatore Fresi. E ci presi, ma giova dire ch, ai tempi, Fresi era indicato come l’erede di Franco Baresi, mentre il futuro pupone non era neanche titolare nella Roma.
La linea verde d’attacco della nazionale di Prandelli, ha stimolato la mia voglia di fare il talent scout e questo post. Ebbene, Destro, El Shaarawy, Gabbiadini sono giovani attaccanti di talento, ma, of course, ce ne sono altri in giro per l’Italia. E parlano benissimo anche del giovane interista Longo.
Due in particolare mi stanno a cuore, benché mi stiano in parte deludendo; su di loro qualche anno fa avrei scommesso. Per la verità ci credo ancora, e sono sicuro che possano dire la loro nel circo del Grande Calcio.
Di chi sto palando? Di due che neanche in serie B stanno brillando, ma che io vedo alla pari di quelli che hanno giocato in nazionale qualche giorno fa. Esagerato? Forse. Fuori i nomi direte? Bene. Gli attaccanti talentuosi cui mi riferisco si chiamano Salvatore Foti e Fernando Martin Forestieri.
Salvatore Foti, classe 1988, non aveva neanche 18 anni, quando, con la maglia della Sampdoria fece dire di Cesare Natali, non esattamente un novellino, di non essere mai stato messo in difficoltà da una punta come ieri sera. E non aveva neanche 18 anni quando, una decina di gioni dopo, il 12 Febbraio del 2006 segnò la prima rete in campionato.
Siciliano, era arrivato alla Samp a seguito del fallimento del Venezia, nelle cui giovanili militava. Alto, elegante, tecnico, aveva delle movenze alla Van Basten, ma il talento non basta senza applicazione (quella non so in che misura la profonde) e senza un pizzico di fortuna, che, onestamente, a guardare le compagini in cui ha giocato, sinora non gli arriso, trovandosi spesso in situazioni complicate. Fatto sta che di Salvatore Foti, o meglio del Salvatore Foti del Febbraio 2006, se ne sono perse le tracce; negli ultimi 4 campionati ha segnato solo 8 reti, poche per uno che ha fatto tutte le nazionali giovanili e che faceva presagire altri traguardi. Ha solo 24 anni, è arrivato il momento di sfondare. Abbiamo fatto bene a naturalizzarlo, Fernando Martín Forestieri, potrebbe venir utile quando confermerà le grandi doti che lo portarono ad essere considerato una speranza per il Genoa e per il calcio italiano.
Basso, ma forte fisicamente e tecnicamente, per adesso sembra la copia sbiadita di Messi, ma in futuro non è detto che non possa rivelarsi, come Foti, un calciatore da massima serie e da nazionale. Massima serie che ha già assaggiato, debuttando nel Siena, e nella quale ha già lasciato il timbro il 13 Gennaio del 2008 contro l’Inter di Mancini, due giorni prima di compiere 18 anni. Esattamente un anno prima, quindi neanche 17enne, realizzò la prima rete in serie B, giocando nel Genoa. Negli ultimi tre anni è stato deludente, timbrando il cartellino solo 11 volte.
Anche da lui mi aspetto un riscatto, anche perché c’ho puntato sopra. Massimo Bencivenga
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