Sudafrica 2010 si avvicina amici, con il suo carico di emozioni, di speranze che verranno infrante o mantenute, con i suoi momenti sportivamente epici e tragici (ci saranno statene certi, ci sono in ogni Mondiale), con le sue Wags, siano esse italiane, europee, sudamericane o asiatiche. Il mondiale è la vetrina migliore per un calciatore, il palcoscenico che può regalare l’immortalità sportiva. In tal senso basti pensare alla gloria che un mondiale, un mese, ha portato ad uno come Totò Schillaci per rendersene conto.
Per contro abbiamo un grandissimo come Marco Van Basten che non ha mai marcato una rete ai mondiali; ed un altro grandissimo come Alfredo Di Stefano, la Saeta Rubia del grande Real Madrid, che non ha giocato neanche un minuto mondiale. Nel mondo al tempo di Internet tutto è memorizzabile, e ciò ci consente tante cose, ma non è sempre stato così. Nei tempi passati gran parte dell’estro calcistico dei campionissimi correva il forte rischio di morire con i coevi dello stesso campionissimo. D’altra parte quante immagini abbiamo nette e nitide di Giuseppe Meazza? L’incombenza del mondiale mi offre lo spunto per stilare una lista dei “10 migliori giocatori che non conoscete” o che non avete potuto conoscere per una svariata serie di motivi. Lista personale e ovviamente opinabile sinchè si può, ma ho cercato di andare a pescare proprio i grandissimi che non possiamo apprezzare bene, nonostante le tecnologie, o dei quali sappiamo ben poco. Ed allora palla al centro e via con la lista. György Orth, Ernesto Mascheroni, Alexander Wilson James, Stanley Mattews, Matthias Sindelar, Josè Manuel Moreno, Tomás Soares da Silva detto Zizinho, László Kubala Stecz, Dejalma Pereira Dias dos Santos, Raymond Kopaszewski. Vediamo un po’ rapidamente i primi 5.
· György Orth. György Orth, ungherese, è forse il più penalizzato di tutti. La sua sfavillante carriera si arenò per colpa del fallaccio di un difensore nel 1926, ad appena 25 anni. Aveva però fatto in tempo a diventare un grandissimo dell’Ungheria, all’epoca una delle nazionali che facevano scuola, giocando in più ruoli, anche in porta, e mostrando sprazzi di classe abbaglianti. Gran parte dei cronisti magiari di calcio che videro lui e il grande Puskas non avevano dubbi su chi dei due fosse il più grande. Meglio di Puskas! Può bastare?
· Ernesto Mascheroni. Ernesto Mascheroni era detto El Mago. Se siete curiosi andata un po’ a vedere cosa vinse l’Uruguay tra gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso; Vi troverete innumerevoli Copa America, due Olimpiadi e il primo mondiale. Il miglior giocatore di quell’Uruguay? Ernesto Mascheroni che poi venne anche in Italia, all’Inter, a dare del tu al calcio e a duettare con Giuseppe Meazza. La leggenda lo vuole capace di infilare da 50 metri il pallone in un pertugio di diametro appena superiore a quello della sfera. Era un mago, un maestro dei calci piazzati
· Alexander Wilson James. Alex James era lo scozzese che rese grande il Sistema ideato da sir Herbert Chapman, al quale si devono anche l’introduzione dei numeri sulle maglie. Nato trequartista arretrò per fungere da rifinitore e si racconta che, dopo essere stato rimproverato dal figlio di segnare poco, lo zittì con una tripletta nella prima partita utile “post ramanzina”. Lo fece per dimostrare al figlio che non aveva perso la classe, semplicemente la metteva al servizio degli altri. Nazionalista convinto guidò anche la Scozia ad una scorreria contro l’Inghilterra: un 1-5 patito dai maestri inglesi contro gli scozzesi che resta, ancora oggi, la peggior debacle casalinga inglese, ed una onta mai lavata nei confronti degli scozzesi.
· Stanley Matthews. C’era un Matthews nella sfida Inghilterra-Italia 3-2 del 1934. C’era un Matthews in Italia-Inghilterra 0-4 del 1949. Ed era lo stesso Matthews. Lo stesso Matthews (foto) che nel 1956, a 41 anni, vinse il primo Pallone d’Oro, un riconoscimento più alla carriera che effettivo per un’ala destra che ha attraversato i decenni con la solita finta. Quella alla quale abboccavano tutti.
· Matthias Sindelar. Mathias Sindelar era detto carta velina per via di un fisico non proprio da carrozziere. Stella ed alfiere principe del Wunderteam austriaco degli anni ’30 era il van Basten di quegli anni, il centravanti tutto tecnica che scivolava via leggero come una farfalla e pungente come un’ape; ma forse questo era Cassius Clay ;-)) Sindelar fu trovato morto insieme alla fidanzata milanese ed ebrea. Suicidio o omicidio per aver rifiutato il saluto nazista di Hitler?
Massimo bencivenga |