 Se pochi giorni fa il ministro dell’istruzione Giannini aveva lasciato aperta la possibilità di assunzione per gli idonei non vincitori dell’ultimo concorso degli insegnanti, scatenando un vero e proprio putiferio, questa volta ha parlato dell’età scolastica e della lunghezza degli studi.
In una sua intervista alla radio, la Giannini ha parlato di quella che secondo lei è la soluzione per avvicinare l’Italia al sistema scolastico europeo. Il problema principale è che i ragazzi italiani si introducono nel mondo universitario troppo tardi, e di conseguenza finiscono gli studi universitari più tardi rispetto ai colleghi europei, che ne ricaverebbero così un sostanzioso vantaggio competitivo nel futuro mondo del lavoro. Questo il pensiero del Ministro dell’Istruzione quindi, che suggerisce la sua soluzione: anticipare di un anno l’ingresso alla scuola primaria, facendo così iniziare il ciclo di studi a 5 anni, per concludere con la maturità a 17 anni, in linea con molti paesi europei. La seconda possibilità di allineamento sarebbe quella di ridurre il quinquennio della scuola superiore ad un quadriennio, come in diverse nazioni della Comunità Europea, soluzione però scartata immediatamente.
Questa nuova formula in realtà era già stata proposta, anche se non sempre ufficialmente, da molti predecessori del Ministro Giannini. Tanti nomi illustri, Berlinguer e Letizia Moratti per esempio, hanno visto la loro proposta scontrarsi con le contestazioni immediate di sindacati, gruppi di insegnanti e a volte anche dei comuni. Magari questa volta il dialogo raggiungerà una fase più avanzata e si trasformerà in realtà, anche se tutto ciò è sempre difficile da predire.
La vera preoccupazione, per ora, è quella di capire come far entrare i giovani un anno prima in un mondo lavorativo caratterizzato da percentuali di disoccupazione da record. Se non migliora la situazione lavoro e disoccupazione giovanile, chissà che questo nuovo provvedimento non faccia aumentare il tasso di abbandono scolastico e le iscrizioni a quelle soluzioni più adatte ai ragazzi lavoratori e a chi è rimasto indietro, come i corsi di formazione on-line. |