 ROMA - «Mia figlia è stata violentata, continuamente invasa nel suo corpo, oggetto di una violenza che lei avrebbe definito inaudita, inconcepibile e inaccettabile». Le parole di Beppino Englaro, padre di Eluana, nel corso dell'intervista rilasciata alla trasmissione della Rai Telecamere, sono macigni che scuotono la coscienza della gente. E intanto l’opinione pubblica, spaccata in due, discute della bozza di decreto che il governo ha preparato al fine di vietare l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione della donna ormai in coma da 17 anni. Nel corso dell’intervista rilasciata prima che Eluana fosse trasferita alla clinica “La Quiete” di Udine Beppino Englaro ha altresì affermato: «Quando Eluana non ci sarà più, rientrerò in una dimensione umana, perché finora ho vissuto in una dimensione disumana. . . »
Englaro ha anche raccontato delle difficoltà che ha dovuto affrontare in tutti questi anni, da quel maledetto 18 gennaio del 1992 in cui sua figlia è rimasta vittima di un incidente stradale. «Ho iniziato questo iter giudiziario - ha detto - perché i parlamentari non sono stati capaci di affrontare il problema. Una legge sul testamento biologico, come ha anche detto Giovanni Flick, è indispensabile e deve garantire gli stessi diritti alle persone che sono capaci di intendere e di volere e a chi non lo è». Gli è stato poi chiesto se, nel corso di questa lunga ed estenuante battaglia legale avesse mai avuto qualche ripensamento ed egli ha risposto: «Non mi potrei mai pentire. A tutti ho detto che andrò fino in fondo. non è niente avere tutto il mondo contro rispetto ad avere se stessi contro. Non avessi fatto quello che ho fatto non me lo sarei mai perdonato, perchè avrei avuto contro me stesso». Secondo i coniugi Englaro è «inconcepibile» che non si riesca a capire «che la libertà è fondamentale e che lasciarsi morire fa parte del diritto dell'autodeterminazione». Intanto il governo potrebbe varare un decreto legge per impedire l'esecuzione della sentenza della Corte d'appello di Milano, a sua volta giudicata corretta dalla Cassazione. Il provvedimento, secondo l'Ansa, contiene un solo articolo dal titolo: «Disposizioni urgenti in materia di alimentazione ed idratazione». Il testo è il seguente: «In attesa dell'approvazione di una completa e organica disciplina legislativa in materia di fine vita l'alimentazione e l'idratazione, in quanto forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze, non possono in alcun caso essere rifiutate dai soggetti interessati o sospese da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi».
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