 Da poco approdata sul web, Native Advertising, che in italiano potremmo tradurre con "pubblicità nativa", è la nuova frontiera del marketing online: si tratta di una sorta di pubblicità integrata, contenuta all'interno di una determinata pagina web, la cui caratteristica fondamentale è quella di non presentare alcuna differenza (per formattazione, grafica, semantica o quant'altro) rispetto all'articolo, entro il quale va ad inserirsi.
Per catturare l'interesse dei potenziali acquirenti, il messaggio pubblicitario si "traveste" cioè da informazione, adotta le stesse sembianze del contenuto che lo ospita, diventandone parte integrante. In pratica si sfrutta l'interesse mostrato dai lettori per un particolare argomento e si tenta di indirizzarli all'acquisto di un determinato prodotto proprio facendo leva sulle loro passioni. Post sponsorizzati di FB, True View di Youtube e Tweet sponsorizzati sono forme di Native Advertising, con cui ogni giorno abbiamo, più o meno consapevolmente, a che fare. È un sistema più sottile, anche se più complesso da realizzare rispetto ai tradizionali pop-up pubblicitari, poiché viene creato appositamente per quel determinato contenuto secondo uno specifico punto di vista.
La nascita della Native Advertising viene a legarsi al concetto di "banner blindness" ossia la "cecità da banner": la frequentazione di internet attiva negli individui una sorta di "sistema di allerta" nei confronti di annunci sponsorizzati e banner di tipo tradizionale, che sono generalmente contenuti in spazi appositi all'interno della pagina web, tanto da creare una sorta di "immunità" nei loro confronti. La proposta pubblicitaria risulta praticamente invisibile agli occhi del navigante, risultando così assolutamente inefficace. Integrando l'annuncio pubblicitario nel contenuto, i grandi bran sperano di recuperare il drastico calo dei click generato dal "banner blindness", spingendo nuovamente i lettori a prestare attenzione alle offerte inserite entro testi suggestivi e dalla lettura accattivante, che attivano l'attenzione degli utenti e (potenzialmente) li spingono ad approfondire l'argomento, a condividerlo (proprio perché ritenuto di qualità), a ricordarlo.
Native Advertising rappresenta dunque un modo assolutamente nuovo di fare pubblicità, capace di generare grandi opportunità sia in termini strettamente economici (ossia in relazione all'incremento diretto delle vendite garantite), sia per la sua capacità di creare un feedback positivo nei confronti del brand, che si dimostra sensibile alle istanze informative della propria clientela, senza porsi in maniera troppo invadente. La stessa Nissan per la nuova versione Nissan Pixo 2014 ha lanciato una campagna tra i giovani copywriter per promuovere il modello attraverso una pubblicità nativa oculata, con contenuti di qualità che non si soffermino solamente sulle offerte a prezzi vantaggiosi ma fornisca anche indicazioni e consigli utili di guida alla possibile (auspicabile) clientela. |