Nella storia Khodorkovsky-Putin non esistono vittime. Ecco come l'oligarca ha fatto...
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Nella storia Khodorkovsky-Putin non esistono vittime. Ecco come l'oligarca ha fatto...

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Nella storia Khodorkovsky-Putin non esistono vittime. Ecco come l'oligarca ha fatto...

Cosa c’entra la prostituzione russa con un oligarca in galera in quanto oppositore di Putin? L’estate del 2010 sta riportato alla cronaca l’affaire Mikhail Khodorkovsky-Vladimir Putin.
Mikhail Khodorkovsky era, ai tempi dell’arresto, e stiamo parlando del torrido 2003, l’uomo più ricco della Russia. Lui finì in galera per il semplice motivo che, a differenza di Boris Berezovskii, scelse di rimanere in Russia anziché espatriare in Inghilterra, come fece con furbizia, una volta annusata l’aria, Boris.
Mikhail Khodorkovsky apparteneva alla genia dei Berezovskij, degli Abramovich, dei Deripaska, dei Ziyad; alla stirpe che il mondo ha imparato a conoscere con l’appellativo di Oligarchi.

Mikhail Khodorkovsky e gli altri sono quelli che, per furbizia e capacità, hanno tratto maggiormente vantaggio e profitto dal consiglio presidenziale di Eltsin, quel “arrichitevi” d’inizio anni novanta che faceva paventare ai russi, appena usciti dal comunismo e dalla transazione morbida di Gorbaciov, un radioso futuro di prosperità.
Le cose andarono in modo diverso per tutta una serie di motivi, motivi controversi e non ancora del tutto investigati ed enucleati. Nel 2003 Khodorkovsky venne arrestato insieme al suo vice alla Yukos, Platon Lebedev, con l’accusa di evasione fiscale, frode e peculato. Di li a circa due anni, e stiamo parlando del 31 marzo 2005, il nostro caro (ex?) milionario sarà condannato a nove anni di lavori forzati in Siberia.
Il processo di Mikhail Khodorkovsky è stato a lungo analizzato da numerose associazioni per i diritti umani e tutte sono giunte alla conclusione che si è trattato di un processo farsa.
Un ex primo ministro di Putin, tal Mikhail Kasyanov, ha da poco ribadito che Putin non aveva molto in “simpatia” Mikhail Khodorkovsky.
Mikhail Khodorkovsky una vittima di Putin? L’equazione viene facile, e magari è anche giusta, ma se andiamo un po’ vedere la genesi della fortuna dell’oligarca allora magari le nostre posizioni cominceranno ad essere un poco più sfumate.

 

 

Mikhail Khodorkovsky era un giovane studente di ingegneria quando cominciò a capire che fine avrebbe fatto la Santa Madre Russia.
All’università cominciò ad allestire, in un clima, quello della Glasnost e della Perestroika, più permissivo, dei concorsi di bellezza universitari e locali. Lo specchietto per le allodole era rappresentato dal dorado mondo dello spettacolo; di fatto quei concorsi servivano a procurare "merce" alle varie mafie, tipo quella cecena e georgiana.

Mikhail Khodorkovsky non ha mai direttamente sfruttato la prostituzione, lui in quei tempi fungeva da Broker.

Con i ricavati cominciava ad investire in locali e computer che acquistava in occidente. Era un uomo ricco quando, all’inizio degli anni novanta, giunse in Russia un ospite sgradito: l’iperinflazione.
Ma prima di arrivare all’iperinflazione ed alla svalutazione partiamo dal 1992, dal momento che Boris Eltsin decise di far diventare la Russia una società per azioni.

La ricchezza della nazione venne divisa in tre parti: una andò allo Stato, che mantenne la partecipazione di maggioranza nelle imprese appena privatizzate; una agli investitori stranieri e il resto alla popolazione.

Il primo ottobre del 1992 lo stato donò ad ogni cittadino voucher pari a 10000 rubli (corrispondenti ai tempi a circa 60 dollari, cioè il salario medio mensile), questi voucher dovevano servire ad acquistare le azioni delle ex aziende statali. I voucher potevano essere tenuti o venduti, ma nella realtà pochissimi russi sapevano come usarli. Tra questi Mikhail Khodorkovsky.

Quando, tra il 1992 ed il 1994, gli anni della prima grande ondata di russi espatriati in occidente ed Israele, la  Russia entrò in una profonda crisi. Il tasso di cambio del rublo sul dollaro precipitò da 230 a 3500 rubli. La svalutazione, insieme all’inflazione a due cifre, spazzò via i risparmi della gente.
E ancora una volta le cifre parlano chiaro. Secondo le statistiche delle Nazioni Unite, proprio il 1992 coincide con la prima impennata dell’offerta di prostitute e schiave del sesso slave in Europa occidentale.

La gente non mangiava e non sapeva che farsene della carta straccia rappresentata dai voucher statali. E se ne liberava per sopravvivere. In questo modo, con un rastrellamento feroce Mikhail Khodorkovsky e gli altri oligarchi si assicurarono il 90% dei voucher.

Mikhail Khodorkovsky&Co allestivano dei chioschi per strada scambiando voucher per una frazione minima o per un pezzo di pane, diventando azionisti delle grandi imprese.
Mikhail Khodorkovsky divenne, in seguito e facendo leva sulla sua banca, la Menatep, il padrone del colosso petrolifero Yukos.

 

 

 

Colosso in parte smembrato, e in parte comprato, in una operazione non poco cristallina, dall’Eni.

Quelli che pensano che Mikhail Khodorkovsky sia vittima di una ingiustizia conoscono i trascorsi da lupo dello stesso?
Quante ragazzine sono state illuse e sbattute su un marciapiede?
Quanti contadini russi ha ricattato, usando la fame, per scambiare voucher e spiccioli di rubli?

A quelli che si occupano di diritti umani, e che condannano a prescindere Putin, andrebbe ricordato che nella querelle Khodorkovsky-Putin non esistono vittime, ma solo carnefici, non c'è nessun agnello ma solo lupi, nessun pesciolino. Solo squali.

Le vittime, gli agnelli e i pesciolini della storia Khodorkovsky-Putin non sono loro. Ma il popolo russo.

Massimo Bencivenga


 
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