PFU o Pneumatici Fuori Uso: quando il riciclo è d’autore
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PFU o Pneumatici Fuori Uso: quando il riciclo è d’autore

PFU o Pneumatici Fuori Uso: quando il riciclo è d’autore

Le auto sulla strada sono ormai davvero molte ed, in questo, l’Italia si merita la stella del disonore con circa 60 auto ogni 100 abitanti che tradotto significa 37 milioni di veicoli in circolazione che, moltiplicato per quattro, vuol dire 148 milioni di pneumatici. E stiamo parlando delle automobili, che, ovviamente, non sono i soli mezzi in circolazione.

Questi dati confermano la necessità di porre grande attenzione allo smaltimento degli Pneumatici Fuori Uso per una questione economica e di sostenibilità ambientale.

Ma cosa succede quando il riciclo, dando vita a nuovi prodotti o materie prime, diventa virtuoso? Semplice, gli pneumatici corrono sul filo della fantasia di stilisti e product designer con innovazioni impensabili ai più ed una varietà di applicazioni davvero notevole!

Diciamo che possiamo creare una sorta di albero genealogico definendo le trasformazioni di cui sopra come:

  • discendenti diretti dei PFU
  • parenti più o meno alla lontana dei PFU

Vogliamo qualche esempio?

Parenti strettissimi sono gli pneumatici fuori uso utilizzati per creare barriere protettive durante le gare di corsa. Essendo i tracciati piuttosto lunghi, c’è ampio spazio per il posizionamento delle gomme inutilizzabili su strada. Ancora? Beh, cosa ne dite di un lampadario di design confezionato con un vecchio pneumatico opportunamente abbellito da simpatici portacandele? E perché non costruirsi un bilanciere da palestra ponendo ai lati una bella coppia di pneumatici che potete appesantire secondo il vostro grado di allenamento? O ancora, di un tavolino costituito da una gomma e piccoli pouf di materiale riciclato da PFU?

Ed eccoci ai parenti stretti. I piccoli pouf di cui sopra necessitano di una lavorazione che, innanzitutto separa i diversi componenti degli pneumatici (gomma, cavo d’acciaio), poi li taglia in spicchi ed infine li tritura dando vita ad un granulato che viene modellato in oggetti diversi. Si parla di pavimentazioni stradali, di tappeti per i playground dei nostri bambini, di pannelli fonoassorbenti per l’industria edilizia.

Passando ai parenti piu alla larga, il settore delle calzature ha abbracciato i PFU soprattutto quando si tratta di suole di scarpe. Ma non solo, le ruote delle valigie che trasciniamo in aeroporto contengono una parte di gomma riciclata, molti oggetti modaioli come braccialetti, cinture e borse hanno inserti o sono interamente tratti da materiale riusato.

Insomma, cheap&chic and eco(nomic)-friendly&trendy sono i temi del futuro che si veste di oggetti industriali di fantasioso design.

E se dal punto di vista del numero di automobili ce la caviamo malino, non così è per la famosa inventiva italiana. Infatti, è proprio un’azienda trentina ad essere all’avanguardia della progettazione e fabbricazione delle macchine che aiutano molte aziende a produrre oggetti in materiale riciclato. L’azienda si chiama Salvadori, ha una ventina di dipendenti e fattura circa 7 milioni di euro quasi tutti in export. Come ci avvertono però i Salvadori, il vero gioco non è produrre in materiale riciclato cio che già c’è, ma utilizzare la fantasia per dare vita ad oggetti che ancora non ci riusciamo ad immaginare.

 
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