Suicidi a scuola. I perché?
sulla notizia

 
Cronaca  »  
Segnala su:     segnala su OKNOtizie    Segnala su Del.icio.us     sagnala su facebook

Suicidi a scuola. I perché?

“La pressione trasforma il carbonio in diamante. Ma anche in grafite”

Suicidi a scuola. I perché?

La notizia del ragazzo che si è buttato dalla finestra di un liceo classico nella provincia di Frosinone impone delle riflessioni. In primis, quasi ogni anno, con l’avvicinarsi della fine dell’anno scolastico, si verificano dei suicidi o, nella migliore della ipotesi, ragazzi che scappano di casa o fanno qualche bravata, ma poi tutto rientra nei ranghi, per così dire. Quasi ogni anno però ci scappa un morto. Cosa possiamo fare per arginare questo stillicidio? Ben poco a voler essere onesti. La mente umana può essere estremamente duttile ma, se mal stimolata, anche reclinarsi e chiudersi su pericolosi pensieri fissi. E poi, episodi del genere sono sempre successi.


Una volta, ai miei tempi, neanche tantissimo tempo fa, gli scrutini erano pubblici ed alzi la mano chi non ha dovuto subire gli sguardi di gente “impicciona” sui suoi voti. Da un po’ di tempo a questa parte questo pubblico ludibrio è stato impedito, non è possibile andare a vedere i voti di chicchessia. Se è un bene o un male non so ancora dirlo.

 

Proteggiamo i nostri pargoletti il più possibile verso qualsiasi forma di “violenza” ma poi chiediamo loro delle performance notevoli. Se da un lato li coccoliamo, li difendiamo, anche quando sono obiettivamente indifendibili, dall’altro chiediamo loro di essere pressoché perfetti. Non conosco il caso del ragazzo, ma molte volte la scuola scelta per i figli è quella che piace ai genitori e non ai figli. Questo spiegherebbe l’incidenza maggiore dei suicidi nei licei o nelle facoltà tipo Ingegneria, nella top ten per morti all’università, o Fisica. Gli sfigati di psicologia sono troppo tesi a vedere problemi negli altri per accorgersi dei loro. Questo li salva. Ma torniamo a fare i seri,o almeno a provarci. In una risoluzione Onu è scritto grosso modo così “i figli vengono da noi, ma non ci appartengono”. Con ciò non voglio dare addosso al genitore di Frosinone, quello che intendo dire è che i genitori dovrebbero tornare a fare i genitori. Domandate un po’ in giro a genitori di figli adolescenti se conoscono i cantanti preferiti dei figli, gli autori e i pensatori preferiti, gli attori e così via. Sono certo che in una misura ragguardevole vi trovereste di fronte a sguardi spauriti. Domandate loro l’ultima volta che gli hanno chiesto se c’è qualche problema, se c’è qualcosa che vorrebbero dai genitori, se c’è qualche ragazza/o che piace loro. Provate un po’ a domandare. Nonostante ciò mettiamo loro addosso tanta pressione, laddove abbiamo fallito noi vogliamo riescano loro; ma i figli seguono regole loro, percorsi che ci sembrano astrusi. Non li capiamo, non ci sforziamo di capirli, non vogliamo capirli. Vogliamo solo che siano top performer; tutta questa pressione può diventare letale. Per arrivare ad un gesto non geneticamente programmato come il siucidio bisogna essere disperati. Si può essere disperati per un brutto voto? O la disperazione ruota accanto a quel voto, al metabolizzare quel voto? Non si arriva al suicidio senza lanciare numerosi segnali spia di malessere. Le mamme in particolare dovrebbero accorgersi di segnali spia, ma le mamme d’inizio millennio pensano a palestre e ad altre cose; non parlano con le figlie, competono con loro. Si è persa l’abitudine di mandare d’estate i figli a fare qualche lavoretto, non devono imparare niente, neanche a socializzare con realtà diverse dalla scuola; meglio lasciarli a stordirsi con i vacui intrattenimenti informatici, meglio lasciarli scrivere “non ho un cazzo da fare, e voi?” su facebook e altri social network. Si stanno perdendo tanti, troppi valori ivi compreso quello di responsabilizzare i figli, che significa anche accettare le sconfitte, pagare il prezzo e andare avanti. Vuoi vedere che le batoste fanno bene? Che magari se ne esce meglio? L’adolescenza è un momento difficile, una fase di passaggio tra un prima che non sarà più e un domani nebuloso, anche senza avere tra i piedi papà assenti e mamme in discoteca, figuriamoci se viene a mancare una guida ferma e un porto sicuro ove ancorare. Chi scrive non è un genitore ed è ben consapevole che l’educazione è una sfida impegnativa, e che può andar male per un’infinità numerabile di motivi; è altresì consapevole dell'assoluta superficialità nel trovare cause e soluzioni (magari fosse così semplice!), ma ha sempre ben in mente alcune simpatiche parole: “La pressione trasforma il carbonio in diamante. Ma anche in grafite”.

                                 Massimo   Bencivenga

 

 
Tag Clouds

Studenti

Suicidi

scuola

CRONACA
 
CRONACA
QUANDO UNA TRADUZIONE ERRATA PUÒ COSTARE LA VITA
ALLERGIA: LE CAUSE DA RISCONTRARE ANCHE DALLA PRESENZA DI INSETTI
RIFIUTI, A PARMA ARRIVANO CINQUE NUOVE MINI ECOSTATION
LAUREE BREVI: PORTANO SUBITO LAVORO E GUADAGNI
WALTER NUDO A TALE QUALE SHOW: IL RISCHIO NON PAGA?
CROCCHETTE PER CANI, QUALI SCEGLIERE?
 
 
Fai di SullaNotizia la tua home page   |    inserisci nei preferiti  |  mappa del sito  |  redazione  |  pubblicità

SullaNotizia - Giornale Online di Puntocomunicazione P.IVA: 03115080610