 Ogni volta che un tema particolarmente “scottante” viene alla ribalta, l’opinione pubblica giustamente si divide in fazioni più o meno “calde”. Lo vediamo adesso con il nucleare, con le ronde “private”, coi provvedimenti contro gli stupratori. L’abbiamo visto negli scorsi anni con la legge sulla fecondazione artificiale, con la proposta di legge sui diritti dei conviventi. La caratteristica fondamentale di ciascuna fazione, a parte il fatto di essere “di quell’idea”, appunto? Ogni fazione che prende posizione su un problema “sociale”, apparentemente apolitico, corrisponde perfettamente e sempre con una fazione politica (con le dovute eccezioni, è chiaro).
Chi vuole la ronda privata è di destra, chi non la vuole è di sinistra. Chi vuole i diritti alle coppie di fatto è di sinistra, chi non li vuole è di sinistra. Chi vuole il nucleare è di destra, chi non lo vuole è di sinistra... Ma è normale tutto ciò? Siamo persone adulte e presumibilmente dotate di capacità di giudizio, allora perché abbiamo bisogno di pensarla “come ci dice di pensarla Berlusconi” o “come ci dice di pensarla Veltroni / chi per lui”? Non è forse vero che la maggioranza delle tematiche su cui ci dibattiamo nell’attualità riguardano problemi di tutti, indipendentemente dalla politica? Non è forse vero che le grandi ideologie politiche sono ormai morte e sepolte? Questo, apparentemente, avrebbe dovuto portare l’obiettività, il pragmatismo, il buonsenso nella politica. E sembra che in altri paesi, almeno da quanto ci riportano le cronache, ciò ogni tanto avvenga. In Italia abbiamo un partito “ambientalista” a sinistra, e solo a sinistra (il Pianeta Terra è di sinistra?), e un Ministro dell’Ambiente che, essendo stato eletto a destra, dice che il protocollo di Kyoto non è rispettabile dal nostro paese perché a scapito dell’economia, delle imprese. Come se la qualità dell’aria ovvero la nostra salute fosse qualcosa di assolutamente mercificabile in cambio di un innalzamento del PIL. (Ma se l’ambiente non lo difende il Ministro dell’Ambiente, chi altri ci deve pensare? Ricordiamo comunque che questo ministro è stato in precedenza Ministro delle Pari Opportunità...). Abbiamo anche gente che quando discute a proposito del surriscaldamento globale del pianeta dice che il surriscaldamento c’è se è di sinistra, dice che sono tutte palle inventate dagli scienziati se è di destra. Abbiamo anche gente che, a destra, dice che se uno può permettersi un’auto altamente costosa e altamente inquinante sono affari solo suoi, e se se lo può permettere buon per lui, e chi dice che “non è giusto” è un comunista invidioso delle fortune altrui, mentre abbiamo gente che a sinistra dice che uno spreco è uno spreco, l’inquinamento è inquinamento, anche se uno può permetterselo in termini di costo della benzina. E così, se uno si dichiara “ambientalista” (magari solo perché vuole promuovere la raccolta differenziata!), sicuramente è di sinistra; se poi la stessa persona si dichiara contro le unioni civili di omosessuali, si desta la perplessità: o che bestia rara è mai questa? Nè carne né pesce? E probabilmente in ciò sta la fortuna della nostra vetusta classe politica: fintanto che gli italiani penseranno che ogni problema è risolvibile in base a “da che parte si vota”, possono stare tranquilli, poiché l’elettore difenderà la propria scelta elettorale anche di fronte al fallimento del partito eletto col proprio voto, anzi negherà il fallimento, difenderà tutte le scelte fatte a priori. Perché “ormai ho votato per loro, e sarei un cretino se ammettessi che stanno sbagliando”. E così i nostri politicanti possono stare tranquilli: il giorno dopo il voto, liberi dal giudizio e dalla critica dei loro elettori, possono ricominciare a fare gli affaracci propri in libertà, senza sensi di colpa. Sempre che avessero mai smesso di farlo.
Francesca Sensi |