La leggenda della banca narra che, una volta entrati in Goldman Sachs, si resta uomini Goldman Sachs a vita, anzi gli altri incarichi servono solo ad ampliare gli affari con la banca stessa e per permeare il mondo della dottrina Goldman Sachs. Una lobby trasversale al potere politico ma unita nel cercare il potere finanziario.
Ecco un piccolo, inesaustivo elenco di uomini Goldman Sachs passati ad altro incarico.
Robert Rubin, da dirigente Goldman Sachs a segretario al Tesoro presidenza Clinton;
Henry M. Paulson, da vice Presidente di Goldman Sachs a Segretario al Tesoro sotto presidenza G.W. Bush;
Robert Zoellich, da dirigente Goldman Sachs a vicesegretario U.S.A;
William Dudley, da dirigente della Goldman Sachs a capo della Federal Reserve Bank di New York, il distretto principale azionista della Federal Reserve;
Paul Thain, da Presidente Goldman Sachs nel 2003 a capo del New York Stoch Exchange, la consob americana;
Mario Draghi, da Vicepresidente Goldman Sachs a Governatore della Banca d'Italia;
Joshua Bolten, da dirigente Goldman Sachs, a capo del gabinetto della Casa Bianca; Gary Gensler, sottosegretario al tesoro;
Jon Corzine, da ex presidente Goldman Sachs a Governatore del New Jersey;
Philip D. Murphy, da presidente Goldman Sachs in Asia a Responsabile per la raccolta fondi per il Partito Democratico U.S.A;
Da tempo alcuni analisti avevano notato che l’avvicendamento ai vertici della Goldman, ben lungi dal rappresentare un indebolimento, era invece un’ulteriore dimostrazione del potere tentacolare dell’azienda.
Paulson, è l’artefice della proposta di salvataggio, a danno dei contribuenti delle banche americane, un grosso passaggio di ricchezza l’ha definita il Nobel per l’economia Stiglitz, già segretario al tesoro con Clinton e papabile per un ritorno in caso di vittoria di Obama, solo che questa volta si ruba ai poveri per dare ai ricchi. Il fallimento è controllato. Per uscirne ancora più forti.
Massimo Bencivenga