Il Festival dell'economia di Trento 2009? Un'inutile passerella..
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Il Festival dell'economia di Trento 2009? Un'inutile passerella..

A fine mese, sotto la direzione scientifica di Tito Boeri, si terrà un Festival dell'economia dal titolo

Il Festival dell'economia di Trento 2009? Un'inutile passerella..

A fine Maggio si terrà il Festival dell’economia di Trento 2009. Patrocinato da tutta una serie di enti istituzionali, fondazioni e sponsor questo Festival non diversamente da tanti altri simposi di intellettuali altro non è che una passerella per pompose persone che verranno profumatamente pagate per pontificare e illustrare scenari che saranno puntualmente disattesi. Per dirla con una delle solite freddure dell’algido ministro Tremonti: “Siamo in un fase in cui chi non ha previsto non è autorizzato a prevedere”. Appunto. Per anni gli economisti mediatici, quelli telegenici e politicamente corretti (ho detto corretti non corrotti) si sono riempiti la bocca di “va tutto bene” mentre l’iceberg del credito si stagliava all’orizzonte.

Tito Boeri, responsabile scientifico del Festival è uno di quelli che, poiché non ha fatto la Cassandra, potrebbe benissimo passare per un incompetente.

Il tema scelto per il Festival dell’Economia di Trento 2009 è una tematica “calda”: Identità e competizione globale. Scelta non a caso a sentire lo stesso Tito Boeri: “Infatti la lezione peggiore e più pericolosa da trarre da questa crisi è che essa sia figlia della globalizzazione e che quindi per evitarne una nuova occorra rendere le nostre comunità un po’ più chiuse”. Messa così l’affermazione non solo è perniciosa, ma fa intuire che i meccanismi globali c’entrino poco con la crisi. Ovvio che tutto l’ambaradan non può essere solo colpa della globalizzazione, ma qualche accelerazione può averla fornita.

 

 

 

Il parterre degli ospiti e dei relatori è infarcito dei soliti nomi: Giuseppe De Rita, Gian Arturo Ferrari, Lucio Caracciolo, Carlo Petrini, Giuliano Amato, Giampaolo Fabris, Innocenzo Cipolletta, Luca Cordero di Montezemolo, Fabrizio Galimberti, Alessandro Barbero, Diego Della Valle, Federico Rampini, Francesco Giavazzi, Tommaso Padoa-Schioppa, Enrico Letta. Professoroni, imprenditori, politici, grand commis di stato e qualche voce, Carlo Petrini, fuori dal coro. Per quando riguarda gli ospiti stranieri saranno presenti due Premi Nobel per l’Economia. Il primo sarà George Akerlof che ci spiegherà quanto spesso decisioni importanti siano ispirate dagli “animal spirits” e come uno di questi istinti, un improvviso crollo della fiducia, rappresenti uno dei fattori scatenanti dell’attuale recessione, un fattore con cui i governi senza dubbio devono fare i conti. L’altro Nobel, James Heckman, ci aiuterà a capire come economia e psicologia siano le chiavi per comprendere la nostra identità e personalità. Al Festival dell’Economia di Trento 2009 saranno presenti anche Tyler Cowen, docente di Economia alla George Mason University, editorialista economico per il New York Times, che avrà il compito di illustrare i diversi pacchetti fiscali elaborati dai governi del G20. Ci saranno Alessandra Casella, docente di Economia alla Columbia University, e Alberto Alesina, docente di Economia all’Harvard University che porranno l’accento sul fatto che esistono paesi composti da 11 mila persone e nazioni come la Cina con più di un miliardo e 300 milioni di abitanti e su come sia possibile realizzare sistemi democratici capaci di combinare la capacità decisionale del sistema maggioritario con misure di protezione delle minoranze. Anne Krueger, docente di Economia internazionale alla Johns Hopkins School of Advanced International Studies a Washington, forte delle sue prestigiose esperienze ai vertici del Fondo monetario internazionale descriverà come sarà il mondo dopo la crisi, e il suo sarà, dovrebbe essere, un rapporto molto istituzionale e coerente con il mondo che vogliono i potenti.

 

Di notevole interesse saranno anche gli interventi di economisti attenti più al lato sociale e psicologico dell’economia che non alla musica dei numeri e in tale ottica molto ci si aspetta da Roland Benabou, docente di Economia e affari pubblici alla Princeton University, che si addentrerà nei meccanismi di scelta collettivi che possono spiegare le bolle speculative e il crollo dei mercati borsistici. Edward L. Glaeser, docente di Economia all’Harvard University, metterà in evidenza come le nostre conoscenze riflettono l'influenza dei nostri vicini, e come quell’influenza spesso ci induce in errore, primo fra tutti la credenza sui pericoli di diversi gruppi etnici, un tema anche questo particolarmente caldo, in Italia ma non solo. Un altro italiano, Luigi Zingales (foto), docente di Economia all’Università di Chicago, delineerà infine quali, secondo lui, debbano essere le nuove regole per il futuro dei mercati finanziari. Le regole per evitare le sperequazioni degli ultimi anni, le regole per evitare pericolose bolle, le regole che sono state scritte dal padre nobile dell’economia a Chicago, ossia da quel Milton Friedman fautore del liberismo, mentore di Rumsfeld e profeta intellettuale dei neocon. Friedman insegnava a Chicago e i suoi allievi, molti dei quali sono adesso in ruoli cardini, vengono chiamati i Chicago Boys. Friedman insegnava nella stessa università frequentata da Barack Obama. Che dire, servirà a qualcosa questo Festival dell’economia? Francamente no, è presente l’establishment che non ha capito/preventivata la crisi. Adesso dicono di comprendere come uscirne, almeno in parte. Non è stato però invitato nessun economista veramente eretico, di quelli, come Eugenio Benetazzo, che già qualche anno fa avevano trovato un baco, ossia una crisi, all’interno del sistema. Più che altro sarà la solita passerella a spese del contribuente italiano.

 

                                                                       

 
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