
L'edizione 2011 dell'Annuario statistico “Commercio estero e attività internazionali delle imprese”, che nasce dalla collaborazione tra Istat e ministero dello Sviluppo, parla chiaro sul made in italy: per quel che riguarda l'interscambio commerciale dell'Italia, nell'anno 2010 c'è un sensibile aumento delle esportazioni, che fanno registrare rispetto al 2009 un +15,8%; ma le importazioni aumentano ancora di più, ossia del 23,4%.
In termini di volumi si è registrata una crescita pari al 9,2% per le esportazioni, mentre per le importazioni dell'11,5%. Se si parla in termini di valori medi unitari, allora si può dire che l'aumento è stato del 6,1 e del 10,7%.
Alla luce della ripresa del commercio mondiale, ma anche considerando le forti pressioni competitive sui prodotti del Made in Italy che un tempo faceva scuola in tutto il mondo, si riduce la quota di mercato dell'Italia che nel 2009 era del 3,3% e passa al 3% del 2010. Aumentano le quote di mercato dell'Italia sia nel Regno Unito (quota pari al 4,3%) che in Francia (8,3%), ma calano in Giappone (0,9%), Germania (5,6%), Stati Uniti (1,5%), India (1,4%), Cina (0,9%), Brasile (2,7%) e Russia (5%).
Per quanto riguarda i prodotti più venduti, sono in aumento cisterne, serbatoi, radiatori e contenitori in metallo (quota pari al 13,8%) e prodotti della fusione della ghisa e dell'acciaio (9,6%), mentre calano i materiali da costruzione in terracotta (26,8%), le pietre tagliate, modellate e finite (15,2%), i prodotti da forno e farinacei (14,6%), cuoio, borse e pelletteria (13,2%), calzature (10%), macchine per la formatura dei metalli e altre macchine utensili (9,2%). L'avanzo commerciale è stato di 23,6 miliardi di euro, in calo rispetto al 2009, quando era di 35,9 miliardi di euro.
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