Stiglitz, Krugman e Fitoussi come ideologi della Grillonomics. A loro insaputa.
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Stiglitz, Krugman e Fitoussi come ideologi della Grillonomics. A loro insaputa.

I due Nobel e il teorico della decrescita felice prendono le distanze dal MoVimento 5 Stelle.

Stiglitz, Krugman e Fitoussi come ideologi della Grillonomics. A loro insaputa.

E’ già passato un mese dalle elezioni del 24 Febbraio, e trovare la quadra per una maggioranza stabile e duratura al Senato. Bersani, dopo aver chiuso la porta ad alcuni attori, adesso sarebbe possibilista un po’ con tutti. 

L’esponente del Pd ha corteggiato in questo mese soprattutto la compagine di Grillo, riuscendo a far breccia e a far eleggere, anche con i voti dei alcuni crumiri grillini l’ex procuratore Piero Grasso come Presidente del Senato.

Attenzione: per eleggere Grasso son bastati 137 voti che, unitamente ai 19 dei montiani, ammesso che il prof, molto arrabbiato negli ultimi tempi, appoggi Bersani fanno 156. Per avere una maggioranza, l’asticella deve arrivare a 158. Magari con l’appoggio dei senatori a vita la cosa sarebbe anche possibile. Ma per fare cosa? Come si conciliano le teorie rigoriste dei montiani con l’idea della decrescita e della scarsa attenzione all’indebitamento di alcuni Grillini? Insomma, una alleanza del genere sembra una creatura destinata a durare ancora meno, e con maggiori patimenti, del prodotto del dottor Frankenstein. Senza contare i temi etici o sanitari, con Grillo che propone di abolire le vaccinazioni, un punto sul quale io personalmente sono d’accordo, ma che non troverà adepti lungo tutto l’arco costituzionale.



Ad ogni modo in questi giorni i grillini sono alla ricerca di padri nobili in tema di Economia, qualcuno di autorevole che avvalli quella che viene già chiamata Grillonomics. Tra i padri nobili citati dagli economisti a 5 stelle c’è una persona che piace molto anche a me, il Nobel Stiglitz.
Un economista dell’Università Politecnica della Marche, Mauro Gallegati, ha illustrato nei giorni scorsi le linee principali sulle quali si basa la Grillonomics, anche se il leader del MoVimento 5 Stelle ha subito dopo diffidato dal suo blog “gli esperti” a parlare a nome del M5S, ma di farlo solo a titolo personale. Gallegati è il principale estensore della parte economica del programma della formazione di Beppe Grillo, e la sua formazione, keynesiana con studi accanto a Stiglitz, illustra la visione del MoVimento.

Il professor Gallegati ha proposto due giorni fa in in un’intervista al Corriere della Sera alcuni punti chiave per uscire dalla crisi di questi anni. Secondo l’economista vicino a Grillo bisognerebbe introdurre una patrimoniale sull’1% più ricco dei contribuenti, una vera riforma fiscale per far emergere il lavoro nero e una rivoluzione del mercato del lavoro basata sulla partecipazione dei dipendenti alla vita e ai profitti dell’impresa. La nuova imposizione sulle grandi ricchezze dovrebbe essere del 5-10 per cento su patrimoni di oltre i 10 milioni di euro. Come ha rimarcato Gallegati al Corriere, “l’obiettivo principale, in linea con quanto sostenuto anche da Stiglitz, è la diminuzione delle diseguaglianze. Non si può andare avanti colpendo i soliti lavoratori dipendenti e le case. Lo sa che se va dall’aeroporto a Palermo città ci sono chilometri di case abusive? Insomma pagano, anche con l’Imu che sulla prima casa andrebbe abolita, i soliti noti”.

Il punto è che Joseph Stiglitz sembra essere arruolato a sua insaputa. Vero è che anche lui si batte contro le disuguaglianze, ma in maniera molto differente. La moglie di Stglitz, usando il megafono di L’Espresso dice: “Dubito che abbia mai persino nominato il MoVimento 5 Stelle da qualche parte”. Un collaborato di Stiglitz rincara la dosse affermando che il Nobel “non sta fornendo alcuna collaborazione economica a Grillo”. Le distanze dalla Grillonomics la prendono anche altri due studiosi chiamati qualche volta in campo dai grillini: Jean Paul Fitoussi e Paul Krugman. Il francese, su Grillo, è tranchant: “Non lo conosco, non l’ho mai incontrato e non sarò mai il suo consigliere”. Krugman, altro Nobel (ammesso che valgano qualcosa), ci va giù ancora più duro quando afferma che Grillo, insieme a Berlusconi, potrebbe “destabilizzare non solo l'Italia, ma l'intera Europa” visto che il M5S ha “una piattaforma economica incoerente”. Ecco, forse Krugman più di tutti ha colto nel segno: la coerenza interna della Grillonomics sembra non essere a prova di bomba. Non che le altre piattaforme lo siano, ma alcuni punti sono tra loro proprio in contrasto.
Staremo a vedere…

Massimo Bencivenga

 

 
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