In Russia verrā instaurata la Democratura di Putin
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In Russia verrā instaurata la Democratura di Putin

I russi sono alla fame, ma la vittoria di Putin, che ha fatto allungare anche il mandato, appare scontata. In molti temono dopo anni di terrore ed immobilismo

In Russia verrā instaurata la Democratura di Putin

 

Di tanto in tanto ci diamo un tono e andiamo a vedere cosa succede nella politica estera. Succede che il presidente russo Medvedev ha fatto la voce dura, umiliando e cacciando, praticamente in diretta, Alexei Kudrin, il suo ministro delle finanze, uomo peraltro stimato un po’ da tutto il mondo. Lo stesso Medvedev si è lanciato in un arzigolato discorso per farsi da parte dimostrando, qualora ce ne fosse stato bisogno, ma anche qualche testa d’uovo s’era illusa, di essere, sic et sempliceter, il cagnolino dello zar di Russia Vladimir Putin.

Sentite cosa s’è inventato Dimitri Medvedev: “Putin è più popolare di me ed è il politico più autorevole del Paese quindi è inutile farsi concorrenza quando si condividono gli stessi obiettivi”. Il discorso fila, eccome se fila.
Solo che Putin ha fatto approvare una legge che allunga a 6 gli anni del mandato presidenziale, ergo potrebbe durare 12 anni che sommati agli 11-12 già trascorsi potrebbero significare un regno di quasi un quarto di secolo. Una eternità.

 

La vittoria, vista la Democratura (ci sono delle parole, come questa coniata da  Predrag Matvejevic che recano con sé il sapore dell’immortalità) attualmente vigente in Russia appare scontata, sulla riconferma in tanti sono pessimisti, ma io voglio essere ottimista e pensare che tanti anni al potere sono una era geologica.
I dossier, le intimidazioni e il carcere hanno scoraggiato l’opposizione. I russi hanno paura, si è tornati a parlare liberamente solo in casa propria, in cucina, come ai tempi di Stalin e del terrore. Circola, al riguardo, una barzelletta sagace e disperata come l’anima del popolo russo: “Hai sentito? Il NUOVO candidato presidenziale Putin promette di correggere gli errori del governo del premier Putin, che ha ereditato la confusione creata dall’ex presidente Putin”.

Cosa si dice in Russia?
“Putin non reggerà l’intera legislatura”. Parola di Mikhail Kasianov, ex premier.

“Saranno dodici anni di immobilismo” dice Ludmilla Alexeiaeva, attivista dei diritti umani.

“Dodici anni in politica sono un’era geologica, significa per sempre” ha affermato Grigori Iavlinski, liberal e candidato alla presidenza.

“I prossimi 12 anni saranno un periodo di turbolenza economica e politica” avverte Ilya Iashin, leader del movimento Solidarnost che rincara la dose osservando che “un terzo del Pil è nelle tasceh dei funzionari, le ineguaglianze sociali si fanno sempre più forti, con un centinaio di miliardiari e 20 milioni di persone che vivono sotto la soglia della povertà, tutto perché Putin è stato incapace di fare le riforme. La Russia di oggi respira solo grazie al petrolio, ma se il prezzo dovesse crollare, la corruzione e l’assenza di concorrenza politica potrebbero portare all’implosione del sistema”.

“Putin non consentirà una maggiore democrazia ma farà il possibile per correggere la sua immagine negativa all’estero, ben sapendo che le cancellerie occidentali non hanno preso bene la sua decisone”, testi e musica del politologo Stanislav Belkovsky

Boris Nemtsov, ex vicepremier ed ex ministro dell’energia con Eltsin, oggi all’opposizione è tranchant quando dice “Non so se Obama l’ha capito, ma è ovvio. Tutta la politica di Putin è sempre stata ispirata all’antiamericanismo. Con l’Europa non andrà meglio, perché seguendo la tradizione sovietica è considerata serva degli americani. La sua politica internazionale ci farà ricordare l’era del sovok, dell’homo sovieticus”.

Peccato che a creare il Putin politico ha contribuito, e tanto, il suo ex capo politico: Boris Eltsin. Non avevano capito l’uomo o lo stesso, memore dei suoi passati di spia (Putin è stato nel KGB), è stato bravissimo a dissimulare?

La posizione dell’Europa e dell’Italia è sempre la stessa, lo si può denigrare e stigmatizzare, ma Putin ha la mano sulla manopola del gas ed usa Gazprom come braccio armato per la sua politica; avrebbe potuto fare di più, cercando di distribuire meglio la ricchezza. Ma non l’ha fatto.

Dodici anni sono tanti, potrebbe anche ammalarsi, ma io dico che l’avvento di Internet può rendere possibile una ribellione anche in una nazione come la Russia che “ama” essere governata con il bastone.

Massimo Bencivenga 

 

 
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