
Obama in vantaggio di circa tre punti percentuali. E’ questa la fotografia che vien fuori prima della pausa del 4 Luglio per l’Indipendence Day.
Nonostante alcuni potenti senatori democrat stiano prendendo le distanze, mettendosi di lato, però, in posizione tattica. Anche se c’è chi, come Larry Kissel, del North Carolina ha annunciato che non intende appoggiare il presidente per un secondo mandato: nessun endorsement per Barack Obama da parte sua.
Sono soprattutto i politici di Stati conservatori a prendere le distanze da Obama, per questi rappresentanti l’apertura ai gay è troppo, anche loro hanno un elettorato a cui dar conto. E anche la sbandierata riforma sanitaria Obamacare non è ben vista in ambienti molto conservatori. Perché temono un aumento delle tasse per finanziare la stessa.
Questo mese sarà decisivo. Per entrambi. I candidati illustreranno la loro politica fiscale e ci saranno nuovi dati sulla disoccupazione, cosa quest’ultima che danneggerebbe solo Obama, anche se la campagna spot dei democratici in cui il lavoro di Mitt Romney alla Bain Capital viene descritto come il lavoro di un capitalista senza scrupoli, disposto a fare centinaia di licenziamenti pur di fare profitto, sembra aver dato alcuni risultati positivi per la causa del presidente. Senza contare che ha tentato sino all'ultimo di non mettere in piazza i suoi conti off shore.
Il senso è, forse non sono riuscito a diminuire la disoccupazione, ma se siete disoccupati è per colpa di quelli che appartengono alla genia dei Mitt Willard Romney.
Mitt Romney ha un problema: solo il 25% degli ispanici lo voterebbe.
I suoi consiglieri economici, gli spin doctor, gli hanno detto che deve arrivare almeno al 35% per essere competitivo; ma alcuni sondaggi, eseguiti dopo la scelta della Casa Bianca di proclamare l’impossibilità di espellere i giovani clandestini arrivati in America prima del 16° anno di età, ha visto peggiorare ancora la performance di Romney, che è sceso al 20 per cento, con Obama proiettato all’80.
Jeb Bush, uno del clan dei texani, ha accusato Romney di essere, sull’immigrazione, troppo schiacciato sulle posizioni estremiste (quasi xenofobe) del Tea Party, per i quali contano solo le espulsioni.
Lo stesso Romney, opponendosi sia all’elezione dell’ispanica Sonia Sotomayor quale membro della Corte Suprema quanto al Dream Act a favore dei giovani illegali, ha prestato il fianco ai sin troppo facili attacchi dei democratici.
Gli immigrati neri e ispanici, dovrebbero essere dalla parte di Obama, un vantaggio mica da ridere.
Massimo Bencivenga
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