Romney ha vinto il confronto, ma ecco perchè Obama è ancora strafavorito
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Romney ha vinto il confronto, ma ecco perchè Obama è ancora strafavorito

Il numero dei grandi elettori e i dati in calo della disoccupazione sono fattori che, a oggi, sembrano favorire il Presidente uscente

Romney ha vinto il confronto, ma ecco perchè Obama è ancora strafavorito

 

Manca meno di un mese alle elezioni Usa e c’è stato un primo confronto face to face tra i due candidati, ossia il Presidente uscente Barack Hussein Obama e lo sfidante repubblicano, il mormone Mitt Willard Romney.

Gli analisti sono concordi nel ritenere che Romney si è aggiudicato il primo round.
Obama è parso timido, anche un po’ impacciato e non si capisce perché non abbia affatto incalzato Romney sui suoi punti deboli, sul suo ruolo di tagliatore di teste (indicandolo in tal modo come creatore di disoccupazione), sui suoi rapporti con la società finanziaria Bain Capital, e sull’uso di paradisi fiscali per pagare meno tasse.

Obama non ha fatto niente di tutto ciò, che abbia in serbo qualche asso per i prossimi confronti? Se così non fosse non si capisce questo atteggiamento pusillanime. Vuole perdere volutamente le elezioni?




Romney recupera nelle percentuali, alcuni sondaggi lo danno in testa, altri no. Va detto che detti sondaggi sono comunque stati condotti prima del mexican stand-off di qualche giorno fa. Logica vorrebbe, pertanto, che i numeri per Romney possano essere ancora più rosei.

Ma anche Obama, nonostante la figura del confronto, ha di che sorridere.
Per almeno due buoni motivi.

I grandi elettori e i dati sulla disoccupazione.

I grandi elettori rappresentano il cardine del sistema elettorale americano e sono le persone che, in concreto, eleggono il presidente.
I grandi elettori vengono eletti in ogni collegio in numero pari al numero di rappresentati espressi da quel collegio.
Sulla scheda elettorale statunitense compare soltanto il ticket (il candidato Presidente e il vice). I cittadini votano e, questi voti, secondo sistemi elettorali decisi dai singoli stati, vengono successivamente convogliati sui grandi elettori, politici scelti dai partiti e che appoggiano i vari candidati. In teoria, i grandi elettori si dovrebbero radunare dopo essere stati (loro) eletti e (dovrebbero) a loro volta votare il presidente. Tutto ciò è da lungo tempo ormai considerata una formalità, perché i grandi elettori votano sempre il candidato appoggiato dal loro partito. Vi pare che uno del Pd eletto a Caserta non voti il Candidato presidente del Pd? Queste sono le regole, ecco quindi che le percentuali contano eccome, ma è il numero dei grandi elettori che votano per te a fare di te il Presidente.

Obama, sul fronte grandi elettori, è in vantaggi secondo tutti gli istituti di ricerca; secondo Silver non solo Obama è in vantaggio per numero di grandi elettori, ma il distacco con Romney non ha fatto che aumentare da maggio. Obama può (potrebbe) a oggi contare su 310 grandi elettori, contro i 227 di Romney.

L’altra buona notizia per Obama è rappresentata dai dati sulla disoccupazione che, per la prima volta dal 2009, il numero di disoccupati è sceso sotto l’8% della forza lavoro. Anche questo dato ancora non è stato inserito nell’ultimo sondaggio, ma il Finacial Times è convinto che potrebbe essere la chiave per conquistare consensi in stati chiave e colpiti duramente dalla crisi della manifattura, Stati come l’Ohio.
Mettendo insieme non solo l’intenzione di voto, ma anche altre importanti statistiche e considerazioni, vien fuori che Obama avrebbe l’80,2% di possibilità di vincere mentre Romney si ferma al 19,8%.

Massimo Bencivenga

 

 
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