Mentre scrivo, i giornali riportano di un Berlusconi intenzionato a fare un passo indietro, al fine di unire i moderati, magari con Monti premier, idea peraltro lanciata da Casini e Fini, che rischiano di farsi sottrarre non solo l’idea ma altresì il peso specifico all’interno della coalizione di moderati. Mentre scrivo non so ancora come finirà la giostra delle primarie del Pd, Bersani sembrerebbe favorito, dico sembrerebbe, perché al Politburo del Pd mi sento di ricordar loro le lezioni “subite” in questi anni dai vari Vendola e Pisapia, nonché gli “smacchi” Zedda, Orlando e De Magistris. Situazioni diverse, certo, ma tutti momenti nei quali le cose non sono andate esattamente come si aspettava l’apparatchik del Pd.
Di una cosa mi sento abbastanza sicuro, la prossima campagna elettorale avrà un protagonista in più: la Rete, il sesto potere. Qualcuno potrebbe, a ragione, obiettare che c’era anche nel 2008, e prima ancora. Certo, ma la pervasività attuale è ben maggiore, basta notare la messe di profili Facebook e Twitter nati dopo le ultime elezioni politiche.
E su quei social girano tante cose, idee e opinioni, non di rado, surrogate da fatti e documenti, nonché aperte sconfessioni di ciò che i politici ci propinano.
Al tempo del Web 2.0 le bugie, politiche e non, hanno le gambe cortissime, basti pensare ai pasticci che fece Veltroni con i suoi candidati nel 2008, con la ricercatrice scelta a caso e l’addetta al call center.
La sincerità pagherà più delle bugie elettorali? Chi lo sa. Negli Usa, sono in feroce azione quelli che chiamano i Cacciatori di verità. Esistono dei siti, come PolitiFact.com, che passano al vaglio ogni parola, ogni spot elettorale, ogni comizio alla ricerca di bugie e/o di bufale. Un altro sito del genere, FactCheck.org, giudica la veridicità delle affermazione dei politici, ordinando poi le stesse in una scala che comprende espressioni del tipo “parzialmente falso”, “completamente falso”, per arrivare infine al grado di “pants on fire” che va a connotare una “bufala” così grossolana e pericolosa da rischiare di bruciare i pantaloni di chi la dice.
Qualche esempio? Mitt Romney è stato duramente criticato quando ha affermato che il debito pubblico Usa, ammontante a 16 trilioni di dollari sarebbe da addebitare tutto a Obama. Falso. Obama ha ereditato da G.W. Bush un debito di 10 trilioni. Quella pants on fire di Romney è stata l’affermazione secondo cui “Obama costringerà i tribunali americani ad accettare la legge islamica e la Sharia nelle dispute familiari”. Cose da non credere! E infatti Obama non ha mai detto niente di simile.
Ma anche Obama ha avuto un brutto scivolone quando ha affermato che avrebbe dato “il sostegno a una legge che vieta l’aborto anche in caso di incesto e di stupro”.
Sarebbe bello avere anche in Italia siti del genere, perché, se ce sono, così ben strutturati e non schifosamente di parte, io non ne sono a conoscenza. Massimo Bencivenga
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