All Star Game scintillante per Kobe e Shaq
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All Star Game scintillante per Kobe e Shaq

Nella cornice di Phoenix la western conference, trainata dai suoi assi, stravince la sfida con la squadra est

All Star Game scintillante per Kobe e Shaq

Il più spettacolare, immaginifico e fashion evento del mondo del basket statunitense è andato in scena ieri sera. A onor della cronaca ha vinto la western conference, del resto giocava in casa, ma non è questo quello che interessa. A meravigliare sempre gli appassionati è il modo come atleti straordinari prendano questa sfida divertendosi sul serio. Indimenticabile poi è l'All Star Game che vide il ritorno di Magic malato di Aids.  E non è un modo di dire. La serata è una parate di stelle, di star, la partita una glorificazione degli stessi: essere convocato per l’ All Star Game significa, senza tema di smentita, essere arrivati al top del basket planetario. E solitamente, dopo un inizio in sordina, nessuno ci sta a perdere e l’esibizione diventa partita vera, tosta, maschia, gagliarda.


Nel tempo lo stesso All Star Game è diventato, in piena coerenza con lo spirito dei tempi, sempre più internazionale e globale. Gli anni del mai troppo rimpianto Drazen Petrovic, primo europeo a partecipare ad un All Star Game, sembrano lontani anni luce adesso che i vari Dirk Nowitzki e Pau Gasol giganteggiano da protagonisti e da par loro con i ragazzoni americani. La cornice è invece sempre la solita con balli e canti, la gara da tre punti e quella, sempre molto spettacolare, delle schiacciate. Quest’ultima, mutuata e portata nella Nba dalla Aba da Julius “Doctor J” Erving, in particolare si è potuta fregiare della partecipazione, e della vittoria, nel corso degli anni, di interpreti acrobatici e creativi del livello di Michael Jordan, Dominique Wilkins, Kobe Bryant e Harol Miner, senza dimenticare la vittoria del piccolo, 1,68 m, Spudd Webb; non molto altro era anche Dee Brown che schiacciò due palloni contemporaneamente nel ’91. E non molto alto è anche Nate Robinson, intorno al 1,80m, che ha vinto lo Slam-dunk contest. E nella cornice di Phoenix la gara delle schiacciate non poteva non far correre il pensiero ad un ex cestista, Cedric Ceballos, dei Suns che, nel ’92, vinse schiacciando ad occhi chiusi, con una benda sugli occhi. Dequan Cook si è invece aggiudicato il premio di miglior tiratore da tre. La partita dicevamo è stata vinta dalla squadra ovest e Kobe Bryant e Shaquille O’Neal sono stati premiati, ex aequeo, mvp, most valuble player, della contesa. Non accade spesso che il premio venga condiviso e a meritarlo di più, a onor del vero, è stato Kobe; per Shaq, che comunque è stato gigantesco, è stato forse anche un voler rimediare a qualche decisione che lo ha visto penalizzato nel passato. Kobe Bryant, al terzo titolo mvp, ha staccato l’altro re, Lebron James, fermo a quota due. James però ha diversi anni in meno. Con molta probabilità Lebron James si prenderà anche questo record dopo aver sottratto a Kobe stesso quello relativo al più giovane atleta a superare quota 12000 punti. Con molta probabilità, ma per adesso il re è Kobe Bryant. Durante l’intervallo c’è stato un messaggio di POTUS (President Of The United States) Obama. E nella città della fenice, Phoenix, sono in molti a sperare in una nuova rinascita dalle ceneri.

 

                                                         Massimo Bencivenga

 
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