Mondiali di Atletica 2013. Le speranze azzurre a Mosca sono riposte nei salti
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Mondiali di Atletica 2013. Le speranze azzurre a Mosca sono riposte nei salti

L'obiettivo è far meglio di Daegu 2011. Ce la possiamo fare, ma il movimento è ridotto al lumicino. Occorrono investimenti forti per tornare grandi.

Mondiali di Atletica 2013. Le speranze azzurre a Mosca sono riposte nei salti

Dopo i (deludenti) mondiali di nuoto, tra qualche giorno ancora mondiali. Questa volta di Atletica.

I giochi si terranno a Mosca, a 30 anni dalla prima edizione disputatasi a Helsinki, nello stadio davanti al quale troneggia la statua dell’eroe nazionale Paavo Nurmi.

Una volta eravamo forti nel fondo e mezzofondo, Cova è stato il primo campione del mondo sui 10000 metri, adesso non lo siamo più. Una volta ci difendevamo nei 3000 siepi, di solito dopo i keniani (o kenioti) arrivavamo noi, adesso non più. Una volta avevamo dei campioni nel lancio del peso, adesso non più.

Quello che abbiamo adesso sono i jumper. L’onda azzurra, composta da 59 atleti, punta molto sui salti. Nel triplo abbiamo un terzetto (scusate la quasi ripetizione) mica da ridere: Fabrizio Donato, bronzo a Londra 2012 nel triplo; Daniele Greco (foto), primatista stagionale (anche se solo 8° outdoor); e Fabrizio Schembri.

Il 24enne Greco e la saltatrice in alto Alessia Trost sono le punte di diamante di una squadra che ha come spettro Berlino 2009, laddove non prendemmo neanche una medaglia mondiale. Spesso qualche soddisfazione ci arrivava dalla marcia, ma adesso anche lì mostriamo la corda. Ma la scuoal c’è, e chissà che non ci sia qualche sorpresa. Mancherà Antonietta Di Martino, che difficilmente vedremo tra due anni; e mancherà, purtroppo e ancora, Andrew Howe, uno che aveva il talento per fare tante cose, ma ha fatto ben poco. Peccato.
Manca qualche nome, ma questi sono i primi 53 atleti che gareggeranno per l’Italia.

Michael Tumi per i 100m e la 4×100; Enrico Demonte e Davide Manenti per i 200 m e la 4×100; Matteo Galvan per i 400m e la 4×400; Giordano Benedetti per gli 800 m; Daniele Meucci per i 10mila metri piani; Yori Floriani, Patrick Nasti e Jamel Chatbi per i 3000 siepi; Matteo Giupponi, Giorgio Rubino e Federico Tontodonati per i 20 km di marcia; Marco De Luca, Teodorico Caporaso e Jean Jacques Knouloukidi per i 50 km di marcia, Emanuele Abate per i 110 m ostacoli; Silvano Chesani e Gianmarco Tamberi per il salto in alto; Giuseppe Gibilisco e Claudio Michel Stecchi per il salto con l’asta; Fabrizio Donato, Daniele Greco e Fabrizio Schembri per il salto triplo; Giovanni Faloci per il lancio del disco; Nicola Vizzoni per il lancio del martello; Lorenzo Valenrini, Michele Tricca e Marco Lorenzi per la 4×400.

 

Le ragazze in totale sono 25:

 

Gloria Hooper per 200m e 4×100; Libania Grenot e Chiara Bazzoni per 400 m e i 4x 400; Marta Milani per 800m e 4×400; Margherita Magnani per 1500 m, Emma Quaglia e Valeria Straneo per la maratona; Eleonora Anna Giorgio, Antonella Palmisano ed Elisa Rigaudo per i 20 km di marcia; Veronica Borsi per i 100 ostacoli; Marzia Caravelli per i 100 ostacoli e la 4×100; Jennifer Rockwell per i 400 ostacoli; Alessia Trost per il salto in alto; Roberta Bruni per il salto con l’asta; Dariya Derkach per il salto in lungo; Simona La Mantia per il salto triplo, Chiara Rosa per il lancio del peso; Ilenia Draisci, Audrey Alloh, Irene Siragusa e Martina Amidei per i 4×100m; Benedicta Chigbolu, Elena Bonfanti e Maria Enrica Spacca per la 4×400m.

E visto che vanno di moda i Top Ten, non voglio sottrarmi alla moda.
Ecco i Top Ten, senza però nessuna classifica. Nella classifica ho volutamente lasciato fuori diversi ori, ma tant’è.

La vittoria di Alberto Cova nei 10000 m a Helsinki 1983, l’ultima vittoria di un non-africano sulla distanza

Il bronzo di Pietro Mennea nei 200 m, sempre a Helsinki 1983, dietro Calvin Smith, uno stakanovista dei meetings.

L’argento della staffetta 4x100 nel 1983. I componenti erano: Tilli, Simionato, Pavoni e Mennea.

La vittoria di Pierfrancesco Panetta nei 3000 siepi a Roma 1987. L’ultima volta di un non-africano.

La vittoria di Maurizio Damilano nei 20 km di marcia Tokyo 1991. Si tratta di una riconferma, in quanto era già iridato in carica. Che pepe quel Ščennikov.

Il bronzo di Alessandro Lambruschini a nei 3000 siepi a Stoccarda 1993. L’unico bianco a competere con gli uomini degli altopiani africani.

Il bronzo della staffetta 4x100 nel 1995 a Goteborg. L’Italia arrivò davanti alla Giamaica. Erano altri tempi. I 4 erano: Puggioni, Madonia, Cipolloni, Floris.

La vittoria di Fabrizio Mori nei 400 hs a Siviglia 1999. Grandissimo.

La vittoria di Fiona May a Goteborg nel lungo a Goteborg 1995. Un altro oro lo prese nel 2001 a Edmonton.

Il bronzo di Antonietta Di Martino a Daegu 2011.

Questi i miei momenti, ce ne saranno stati di migliori. Ma questi sono i miei.

Massimo Bencivenga

 

 

 

 

 
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