Sullanotizia aveva visto giusto riguardo al Premio Strega
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Sullanotizia aveva visto giusto riguardo al Premio Strega

Il famoso premio letterario tra poteri forti e cultura...

Sullanotizia aveva visto giusto riguardo al Premio Strega

Tutto sommato Sullanotizia aveva visto giusto. Sullanotizia aveva profetizzato che difficilmente il Premio Strega 2009 sarebbe andato, nella cinquina dei finalisti, ad Andrea Vitali o ad Antonio Scurati. E così è stato. Antonio Scurati ha perso per un solo punto, questo è bene dirlo, ma ha perso la partita al fotofinish con Tiziano Scarpa (foto).
Questo Tiziano Scarpa sino a non poco tempo fa faceva parte del gruppo di scrittori italiani che, intorno alla metà degli anni novanta, vennero etichettati come “cannibali” per il crudo ed efferato realismo dei loro romanzi.

Il gruppo dei “cannibali”, insieme a Scarpa, comprendeva, tra gli altri, Aldo Nove, Enrico Brizzi, Giuseppe Caliceti e i più famosi Isabella Rossellini e Niccolò Ammaniti, forse la vera star del gruppo. Ebbene, nel corso degli anni, Tiziano Scarpa ha un po’ modificato il suo stile al fine di renderlo un po’ meno “vivido” e più commerciale.
Ovviamente, e non avrebbe potuto essere altrimenti, non sono mancate le polemiche e i teorici del complotto, quelli che pensano che i premi letterari italiani vengono assegnanti sulle direttive di un fantomatico Manuale Cencelli dell’editoria (qui facciamo vincere Mondadori, lì Bompiani, Rizzoli di là e così via) hanno trovato nuova linfa e verve.
E anche questa spartizione era stata ampiamente immaginata da Sullanotizia.
Per il terzo anno consecutivo il premio è andato ad un libro della galassia Mondadori, in realtà Stabat Mater, a proposito è questo il titolo del libro di Tiziano Scarpa, è edito dalla Einaudi, ma sempre di Mondadori parliamo.
Possiamo a questo punto profetizzare anche che, sempre della cinquina finalista, con molta probabilità il libro che venderà di più sarà “Almeno il cappello” del medico condotto Andrea Vitali, quinto classificato. Ergo la palingenesi attesa dopo lo scandalo del Grinzane Cavour non si è avuta, ne erano in molti a sperarci, non in un paese come l’Italia incentrato su una dialettica gattopardiana. Un tempo questi premi erano ambiti e davano rispetto, adesso, anche per situazioni come il Grinzane Cavour, vengono spesso snobbati dai grandi romanzieri. Sta accadendo con i libri quello che è già accaduto con la musica.
Il Festival di Sanremo negli anni sessanta era la manifestazione canora per eccellenza, con i grandi big a competere. Adesso invece non ha più questa attrativa per i grandi nomi, ma serve solo a far conoscere, perlomeno al grande pubblico, funzione tra l’altro che sarà sempre più demandata ad altri e più specializzati media, un artista emergente. Ma una volta emerso difficilmente il cantante tornerà a Sanremo preferendo al Festival il Festivalbar, più vicino ai gusti ed alle tendenze.
Il Premio Strega è come il festival di Sanremo, una premio conservatore e reazionario incapace di offrire ciò che il fruitore appetisce; dove sono i vari Andrea Camilleri, Giorgio Faletti, Sveva Casati Modigliani, Melissa P., Valerio Evangelisti che sono, viceversa, campioni d’incassi?
Quelli che difendono il premio citano, a mo’ di case history, la vittoria dell’esordiente Paolo Giordano come esempio della vitalità dello stesso. Anche se lo stesso Paolo Giordano  deve dar seguito all’exploit della sua “La solitudine dei numeri primi”.
Difficile però, in campo artistico, evitare il potere dei demiurghi tra artista e pubblico. Gli artisti hanno bisogno di “mediatori” (editori, procuratori, curatori, galleristi, etc) per arrivare al grande pubblico e nelle case. E sinchè vigerà questo genere di cose dovremo convivere con premi e distribuzione che più che il merito premiano la porzione di mercato.
Spiace dirlo, ma Business is Business. As usual.

Ecco la previsione

http://www.sullanotizia.com/articoli/arte_e_cultura/premio_strega_2009_a_che_punto_è_la_letteratura_italiana__/premio_strega_2009_a_che_punto_è_la_letteratura_italiana__.asp

                                   Massimo    Bencivenga     

 
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