Confederation Cup 2009. La sorpresa degli USA
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Confederation Cup 2009. La sorpresa degli USA

Cosa sarebbe il calcio senza sorprese? Una grande sorpresa ci fu nella semifinale di Confederation Cup

Confederation Cup 2009. La sorpresa degli USA

 

La forza fisica e la potenza dei neri.
La tattica e il pragmatismo degli europei.
La fantasia e l’estro dei latini.
L’organizzazione e lo spirito di abnegazione degli orientali.

Nel 1994, Dan Peterson, sì, proprio l’ex allenatore di basket e commentatore del wrestling, scriveva ciò sulle pagine di La Gazzetta, profetizzando la vittoria degli Usa nei mondiali del 2014, ossia a 20 anni da quelli americani.

Le cose non andranno così. Gli Usa non sono adesso molto più temibili di quanto non lo erano Lalas e Caligiuri nel 1994. La crescita attesa e sperata da Dan Peterson non c’è stata; e a dirla tutta la crescita è stata lenta o nulla per tutte le aeree che allora sembravano in crescita, e mi riferisco all’area africana e a quella asiatica.

Ma il calcio si nutre di sorprese, di elementi imprevisti. La palla rotola si dice, e va dove la si indirizza.

La semifinale Usa-Spagna di Confederation Cup 2009 può essere di sicuro annoverata tra le sorprese calcistiche d’inizio millennio e secolo.

Gli Usa eran lì non si sa bene come e perché. Nel girone avevano preso tre gol dall’Italia e dal Brasile, ed erano riusciti a passare in virtù del miglior quoziente reti con gli azzurri. Però erano lì e dinanzi a loro si paravano le furie rosse iberiche.

La Spagna non perdeva una partita ufficiale dal 2006, era campione europea in carica e arrivò all’appuntamento con una striscia positiva di 35 partite e il Barcellona aveva appena cominciato a incantare il mondo con il tique-taque.

Eppure quella sera di Giugno 2009, gli dei del calcio arrisero agli Usa che fecero una partita gagliarda, sorprendendo gli spagnoli con una partenza molto aggressiva, culminata con il vantaggio, al minuto ventisette, di Altidore.
Nella ripresa, la l’organizzazione e la sagacia tattica stars&stripes riuscì a imbrigliare il gioco della Spagna, e fu propedeutica al colpo del Ko, che arrivò a un quarto d’ora dalla fine, per effetto (e avrebbe potuto essere altrimenti?) di Dempsey.
Un calcistico montante al mento che sarebbe piaciuto al Dempsey più famoso d’America, Jack, il peso massimo d’inizio novecento.

Sia come sia, gli Usa rovinarono la festa alla Spagna e volarono in finale con il Brasile.
Ma questa è un’altra storia.

Massimo Bencivenga

 

 
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