Confederation Cup 2013. S'incomincerà sul filo dei ricordi di Italia-Messico
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Confederation Cup 2013. S'incomincerà sul filo dei ricordi di Italia-Messico

Italia-Messico sarà la prima partita che giocheremo, nel mitico Maracanà

Confederation Cup 2013. S'incomincerà sul filo dei ricordi di Italia-Messico

 

Tra poco più di un mese, precisamente il 19 Giugno, la nazionale azzurra di calcio esordirà nella Confederation Cup 2013, affrontando, nel catino ribollente del Maracanà, il Messico.
Una nazionale, quella messicana, che ci evoca momenti piacevoli.

A Città del Messico è legata l’epica calcistica azzurra, quell’Italia-Germania 4-3 osannata da tifosi e registi, drammaturghi e profani. Ma nel ’70, per arrivare a quella mitica partita, passammo sul corpo dei messicani. Dopo una qualificazione rocambolesca, nei quarti ci toccò il Messico padrone di casa.

La partita si mise male, i messicani passarono in vantaggio con Gonzales, ma un innocuo tiro di Domenghini diventò un autogol per effetto della sfortuna deviazione di Pena. L’Italia contro il Messico era però di ben altra sostanza rispetto a quella delle qualificazioni. Forse avevano fatto l’abitudine l’altezza, sicuramente avevano capito che doveva giocare più sul passo e cercare quanti meno scatti possibile. Fatto sta che nel secondo tempo, con Rivera al posto di Mazzola, gli azzurri dilagano. Prima Riva fece un gol dei suoi, liberando il sinistro al fulmicotone e alleggendo l’animo da brutti pensieri; poi Rivera in contropiede, dopo una azione un po’ confusa, marcò la terza rete, quella della sicurezza. Ma ancora Rivera trovò il corridoio giusto per Riva che, invero, faticò più del previsto per realizzare il quarto gol e la sua personale doppietta.

Nel 1994, ancora Mondiali in terra d’America e ancora Messico. Una nazionale ostica quella, emergente, giovane, ben allenata dal playboy Mejia Baron. In porta c’era Campos, che qualche volta giocava anche da ala sinistra. In mezzo al campo c’era il gioiellino Garcia Aspe, uno che farà la Storia della nazionale del cactus.
La partita con il Messico era l’ultima di un girone iniziato malissimo con la sconfitta per mano dell’Eire prima del partitone che l’Italia,in dieci, fece con la Norvegia, piegata da una testata di Dino Baggio. Albertini, a inizio ripresa, trovò la palombella giusta per Massaro che battè Campos. Tutto fatto? Macchè. Bernal trovò il tiro della vita con un diagonale rasoterra da fuori area e l’Italia per qualificarsi dovette sperare in una serie di risultati. Che si verificarono, e da lì in poi la nazionale di Sacchi prese il volo per la finale nella sauna di Pasadena.

Altro Mondiale e altro continente. Italia e Messico incrociarono le spade anche Corea-Giappone 2002. Anche qui, terza e ultima partita del girone. L’Italia arrivò all’appuntamento dopo la vittoria con l’Ecuador e la sconfitta con la Croazia di Rapajc. Il Messico era in una botte di ferro, avendo vinto i precedenti due incontri. L’elemento più temuto era Cuauhtémoc Blanco, peraltro bomber all time insieme a Ronaldinho di Confederation Cup, ma fu Borgetti a gelare Trap e gli italiani con un gol in torsione. Montella pareggiò, ma il gol fu annullato per fuorigioco. Del Piero impattò di testa la contesa e l’Italia, ancora una volta passò il turno perché qualcun altro, la Croazia, fece Harakiri. Ma quel mondiale non ci diede le stesse soddisfazioni degli altri due. Vero è che l’ultima partita con il Messico, risalente al 2010, non è finita bene, ma a questa Confederation Cup arriviamo con la consapevolezza e la voglia di fare bene.
E cominceremo con i messicani.

Massimo Bencivenga 

 

 
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