 E’ andata come pensavo. Floyd Mayweather Jr ha vinto ai punti il Match del secolo.
Ero così sicuro di un risultato del genere che c’ho scommesso sopra la bellezza di 10 euro. E ne ho vinti 15.
Nel mentre son venuto a conoscenza che un rapper di nome 50 Cent ha scommesso come me. Solo che ha scommesso 1,6 milioni di dollari, il che vuol dire che ha vinto 750-800 mila dollari. Abbiamo avuto la stessa intuizione, a essere diversa è la scala.
Dopo anni ho messo la sveglia e mi sono alzato per seguire il match del secolo tra “Money” Floyd Mayweather Jr e “Pac Man” Manny Pacquiao, l’idolo delle Filippine.
Per l’evento si sono scomodati in parecchi, nel parterre c’erano Tyson e Holyfield, Charles Barkley e Michael Jordan, Andre Agassi e Steffi Graf, Denzel Washington e Robert De Niro, Beyoncè e Jay Z, Justin Bieber e Paris Hilton, Sting e Clint Eastwood, Leonardo Di Caprio e Jack Nicholson (un habituè), Michael Keaton e Rihanna, più qualcun altro che adesso mi sfugge.
E tutto ciò, con l’evento in pay-per-view a 100 dollari e stranamente in chiaro solo in Messico e in Italia, trasmesso da Deejay tv (che non smetterò mai di ringraziare), per vedere un match con poche emozioni, o per dirla con le parole di Iron Mike: “Abbiamo aspettato 5 anni per questo”. Questo spettacolo così così. Ma con Mayweather è così. Calcolatore, sparagnino, poco incline a esaudire il pubblico, anche se, bisogna dirlo, le sue schivate son sempre state eccezionali.
Allora, Mayweather ha meritato di vincere, ma Pacquiao non esce affatto ridimensionato, anzi, per dirla tutta, a parer mio è lui il vincitore morale, perché ha boxato in attacco, o perlomeno ha provato a farlo. Do you remember le schivate di cui sopra?
Ecco, Floyd è parso, atleticamente, molto, molto brillante. A Pacquiao va il coraggio, ma anche, bisogna dire anche questo, l’incapacità di leggere l’incontro e di provare a variare un attacco monocorde, che prevedeva finte e controfinte al fine di far saettare il suo famoso sinistro.
Che ha brillato una sola volta.
E Floyd Mayweather può dire quel che vuole, ma quel sinistro l’ha sentito. Lui minimizzerà, far parte del suo personaggio, dirà che non è successo niente, ma a smentirlo c’è la prova regina, la smoking gun per un pugile: il linguaggio del corpo.
E il linguaggio del corpo ha detto che, per un paio di secondi, la sua danza, quel suo fluido ondeggiare come un black mamba, s’è tramutata in un paio di passettini strascicati e legnosi, prima di ricorrere all’appoggio salvifico e complice delle corde.
Va infine detto che Pacquaio è arrivato ai welter partendo dai supergallo, forse anche meno, e salendo salendo la sua potenza è scesa. Succede quasi sempre così. E’ successo anche a lui.
Forse in un altro tempo, e in un’altra categoria sarebbe finita diversamente; ma è andata così.
Nel sottoclou, Vasyl Hi-Tech Lomachenko ha battuto Gamalier Rodriguez. Occhio a Lomachenko, oro a Londra 2012, potrebbe essere un prossimo pound for pound.
Floyd dice che forse combatterà un altro match, giusto per arrivare a Rocky Marciano, prima di ritirarsi imbattuto, come ha già fatto, in un’altra categoria, Joe Calzaghe, The Italian Dragon, che disse basta e da campione dopo 46 vittorie.
Ma questa è un’altra Storia.
Massimo Bencivenga |