 Sta facendo un certo rumore l’irruzione del buon Moreno Morello di Striscia nella vita di Gianni Golfera, il mnemonista italiano più mediatico ancorchè non il più bravo. Gianni Golfera era stato da Bonolis a Il senso della vita dove aveva fatto un numero notevole con un mazzo di 52 carte. Moreno Morello s’è presentato ad un suo corso ed ha ripetuto il numero. Proprio così! Il buon Moreno Morello ha ripetuto il numero e Gianni Golfera non ha voluto ripetere il numero mostrando un nervosismo evidente, ha addirittura parlato di clima da santa inquisizione. Per chi è interessato ecco il video. In un altro post ho già parlato di Gianni Golfera e del suo metodo. E’ già sul quel “suo” ci sarebbe da dire. Cerchiamo di fare un poco di ordine nella storia delle mnemotecniche. I ricercatori e gli operatori del settore fanno risalire la sistematizzazione delle tecniche di memoria al sommo Gottfried Wilhelm von Leibniz, per la verità c’è una querelle in corso in quanto altri fanno risalire la primogenitura della conversione fonetica, il mattone su cui si edifica ogni corso di memoria, a Stanislaus Mink von Wennsshein.
Sembra che il grande Leibnitz debba contendersi sempre qualcosa con qualcuno, il calcolo differenziale con Isaac Newton e la conversione fonetica con questo Stanislaus Mink von Wennsshein. Tutti quelli che insegnano le mnemotecniche usano questa conversione fonetica. Tutti. Tranne Gianni Golfera che, per brevettare il suo metodo, ha mischiato un po’ le carte (figurativamente) cambiando un po’ l’ordine, ma tenendo ben ferma l’associazione delle consonanti con i numeri da zero a nove.
I corsi, per il resto, differiscono poco, tutti i trainer battono sull’ancoraggio emotivo delle emozioni e dei ricordi che devono essere PAV (paradossali con azione e vividi). Un altro punto in cui Golfera sembra differenziarsi è sull’ereditarietà della memoria. Per Gianni Golfera l’eredità genetica ha una sua valenza, per gli altri no. Tutti dicono, a ragione, che la memoria può essere migliorata ed allenata, un po’ come un fisico si può scolpire con i giusti esercizi e i giusti consigli.
Sulla questione genetica bisogna andarci con i piedi di piombo perché tante cose sono ancora oscure. Si favoleggia intorno alla mitica memoria di Pitagora (sì anche Pitagora), di Cicerone, di Giordano Bruno, di Pico della Mirandola.
Queste ed altre persone sono vissute prima di Leibnitz pertanto è evidente che devono aver attinto ad altre tecniche, magari cabalistiche negli ultimi due casi.
Altre persone dalla memoria prodigiosa come Eulero e John von Neumann sono vissute dopo, ma non ci sono evidenze che abbiano seguito dei corsi di memoria. Il caso poi della memoria del giornalista russo Solomon Shereshevsky sembra essere ancora diverso ed attinente a delle rare patologie mentali. Ma ritorniamo alle tecniche mnemoniche.
Il punto è adesso capire se queste tecniche funzionano. Le tecniche funzionano eccome, ma la figura barbina di Golfera non ha reso un bel servizio a nessuno perché adesso la gente è legittimamente portata a pensare che i trainer siano degli “imbroglioni” o quantomeno delle persone poco serie.
Nella quasi totalità dei casi ciò non è vero. E la dimostrazione sta nel fatto che poi lo stesso Golfera avrebbe rifatto il numero correttamente. Perchè le tecniche funzionanano e lui le applica bene. E allora?
Allora mi chiedo che senso ha stupire l’Italia con una dimostrazione di “forza bruta” notevole, ma truccata, quando le persone si accontenterebbero di avere una capacità di memorizzare solo doppia o tripla? Capacità che si ottiene, per difetto, alla fine di ogni corso di memoria? Mah…
Chi scrive vi invita a seguire dei corsi di memoria con società serie, ce ne sono decine in Italia, ma prima documentatevi sui metodi, anche solo per cultura personale
Ah, chi scrive ha seguito un corso di memoria.
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