 Quando i “grandi” cercano di parlare del mondo dei giovanissimi i risultati, nella quasi totalità dei casi, diventano grossolani quando non estremamente grotteschi. E’ quello che successe con I Liceali nella prima edizione, è esattamente quello che sta succedendo con la seconda edizione, con I Liceali 2. La vita dei giovanissimi andrebbe raccontata dai giovanissimi e non da adulti che, giocoforza, impiantano dei paralleli, mettono su differenze e aggiunte, traggono conclusioni non necessariamente errate, ma fuorvianti in quanto analizzate attraverso una focale deformata. Già la prima edizione si accollò diverse contestazione da parte dei Licei romani che non si riconoscevano in quella scuola.
E meno male! Nonostante sia malandata, nonostante sia maltrattata e avvelenata da ridicoli “progetti di formazione” non siamo ancora arrivati al punto che nei licei i ragazzi entrano ed escono a piacimento dalla classe, oppure che all’interrogazione conferiscono solo, ed esclusivamente, su quello che passa loro per la testa. I ragazzi sono tratteggiati peggio di quanto sono (ci sono ancora tanti ragazzi che studiano sodo cosa credete?), mentre i professori in crisi d’identità non fanno una bella figura. In realtà i problemi dei grandi sono di natura amorosa come quelli dei loro allievi. Non c’è nessun accenno alla sempre più imperante precarietà ed alle conseguenze a livello psicologico e didattico che la stessa offre. Niente. C’è il preside che, in virtù dei nuovi poteri da dirigente, tratta le giovani prof come segretarie ed amanti usa e getta, il prof alternativo che suona tamburi tribali, e tresche varie. Nella serie si parla di un Liceo bene (il Colonna), di ragazzi con imperi alle spalle (tranne qualcuna come nel caso di Monica), che se ne fregano di imparare qualcosa ed anzi sono oltremodo spocchiosi. L’attuale gioventù viene, nelle intenzioni, vivisezionata attraverso una lente distorta, che ne mette in risalto il lato frivolo ed edonistico, ma giova ricordare che ci sono anche teen che lavorano in pizzeria, che fanno volontariato e che assistono gli anziani. Per la verità Monica Morucci (Chiara Mastalli), la ragazza capitata per caso in mezzo a loro, lavora in pizzeria ed assiste un ricco cieco; ricca lo sarebbe anche lei se il padre, un famoso critico d’arte, non se la fosse svignata lasciando la mamma con il pancione. E ovviamente lei farà di tutto per incontrare il suo vero padre. Ci sono professori piacioni, qualcuno incompetente ed uno, uno solo, che fa il prof come si deve. I ragazzi sono alle prese con i classici problemi, quelli di sempre, c’è la ragazza incinta, il ragazzo che si gioca tutto a poker (una moda purtroppo, ed è la verità, che sta diventando sempre una vera e propria piaga) e quello, horribile dictu, che ha una crisi mistica. E poi ci sono i problemi di cuore dei ragazzi e quelli cardiologici di Elena Cicerino (Carolina Benvenga, foto).
I ragazzi d’inizio millennio che frequentano i licei hanno qualche punto di contatto con la serie I Liceali 2, ma NON SONO come li hanno tratteggiati gli autori della serie.
Gli autori, a conferma del profondo disagio nei confronti di due mondi, quello dei teen e quello della scuola, sono riusciti nell’impresa di sminuire anche la “sacra” Normale di Pisa. Fucina e palestra di insigni studiosi e scienziati la prestigiosa scuola è stata, nella serie, ridicolizzata con l’ammissione dello spocchioso, e per niente colto, Claudio Rizzo (Federico Costantini, giovane figlio del regista romano Daniele Costantini).
Uno che passa le giornate a tirare di scherma in un club esclusivo.
Massimo Bencivenga |