Voilą i 7 Garanti della Ricerca Italiana
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Voilą i 7 Garanti della Ricerca Italiana

Il ministro Francesco Profumo ha svelato i nomi che andranno a comporre il Primo Comitato Nazionale dei Garanti per la Ricerca

Voilą i 7 Garanti della Ricerca Italiana

 

Anna Maria Colao, Daniela Cocchi, Francesco Sette, Vincenzo Barone, Angelos Chaniotis, Claudio Franchini, Alberto Sangiovanni Vincentelli.

Finalmente qualcosa si muove anche dalle parti dell’Istruzione e della Ricerca, nel ministero retto da Francesco Profumo.
Già, perché a furia di vedere continuamente Monti e Fornero, Severino e Passera, Catricalà, Terzi di Sant’Agata e Giarda a molti era venuto il sospetto che il Governo Monti fosse tutto lì.

E invece no, ci sono anche gli altri. Dopo la Gelmini, che era riuscita nell’impresa di scontentare tutti e di mettere insieme, contro di lei, studenti, professori, sindacati e genitori, erano in tanti ad aspettarsi molto dal nuovo Ministro, il già citato Francesco Profumo, che per sedersi lì ha rinunciato al CNR laddove peraltro era appena arrivato. I nomi sopra sono i sette saggi che daranno vita al Primo Comitato Nazionale dei Garanti per la Ricerca.

 

Il ministro li ha scelti dopo una notevole scrematura, ma va detto che l’idea di avere questo comitato è venuta al ministro precedente. I sette avranno il compito, dopo il là della Corte dei Conti, di farci recuperare terreno nella ricerca in Europa.

Profumo dice che: “Sull'Europa abbiamo molto da recuperare. Basti questo dato: nel settimo programma quadro (in corso) il contributo del nostro paese in Europa è del 14,5%. A fronte di questo la quota che le nostre aziende, le università e gli enti di ricerca riportano indietro è dell' 8,5%. Ovvero con una perdita secca di 500 milioni ogni anno. Abbiamo avuto difficoltà proprio nei sistemi di valutazione, ma anche nei team, nei laboratori. Adesso abbiamo possibilità di attivare una palestra italiana per allinearci all'Europa. L’obiettivo è arrivare preparati alla partenza di Horizon 2020, l'ottavo programma quadro, nella primavera del 2014: prevede 80 miliardi europei. I nostri investimenti per enti di ricerca saranno 1,7 miliardi l' anno. Se non cambiamo da subito le nostre modalità rischiamo di perdere 8-900 milioni l’anno.”
Bene. Cioè speriamo bene.
Ma andiamo un po’ a vedere i garanti.

Angelos Chaniotis è un greco di 52 anni che insegna a Princeton e che è ritenuto essere uno degli storici più famosi del mondo. Ed è il più giovane del lotto.

Il più vecchio è (foto) Alberto Sangiovanni Vincentelli, un quasi 70enne professore di Ingegneria elettrotecnica a Berkeley. Ci riferiscono che vanta un curriculum che si può riassumere nel suo H-index pari ad 83 e per capire basti pensare che Stephen Hawking si ferma nella stessa scala a 62. Solo che si omette di dire che Sangiovanni Vincentelli lo ha nella classe di Ingegneria mentre Hawking per la Fisica. Si tratta di un indice che dice qualcosa, ma non tutto dal momento che uno come Richard Feynman ha un H-index di 23 mentre il nostro Giovanni Amelino-Camelia sta a 34. E non è neanche il primo fisico italiano, che è Gabriele Veneziano con 80. E’ stato inoltre co-fondatore di Cadence e di Synopsys, le due aziende leader nel settore della Electronic Design Automation.

Anna Maria Colao, 53enne endocrinologa napoletana è sposata con il governatore della Campania Stefano Caldoro e vanta un posto nella top dei primi cento scienziati del mondo, ma anche fra i primi quaranta d’Italia.

Daniela Cocchi, 60enne bolognese, è stata presidente della Società italiana di statistica e oggi è membro dell' istituto internazionale di statistica.

Francesco Sette, 55enne, è un fisico nonchè il direttore generale dell’European Synchrotron Radiation Facility di Grenoble.

Vincenzo Barone, quasi 60enne, è un chimico e un Normalista di Pisa, presidente della Società italiana di chimica ed è fellow dell' European Academy of Science.

Claudio Franchini, 57enne, è ordinario di diritto amministrativo a Giurisprudenza, nonché presidente della Conferenza dei direttori di dipartimento dell' università di Tor Vergata. E’ anche presidente del Cispa, Centro interdipartimentale di studi sulla pubblica amministrazione.

A loro non possiamo che augurare un grosso in bocca al lupo.

Massimo Bencivenga

 

 

 

 
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