Cromoterapia, curarsi con i colori può essere divertente e creativo
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Cromoterapia, curarsi con i colori può essere divertente e creativo

La cromoterapia è realmente efficace o è solo un placebo? Ma se funziona a chi importa poi?

Cromoterapia, curarsi con i colori può essere divertente e creativo

La ricerca del benessere fisico a volte porta le persone ad affidarsi alle più stravaganti terapie.
Difficilmente riusciamo a reprimere un sorrisetto al sentire paroline come Cromoterapia, Musicoterapia, Gemmoterapia e così via.
Raramente però ci soffermiamo sulla reale valenza di queste terapie.
Cos’è la cromoterapia? L’uso dei colori come “medicina” per la guarigione.
Secondo la cromoterapia, i colori aiuterebbero il corpo e la psiche a ritrovare il loro naturale equilibrio, e avrebbero effetti fisici e psichici in grado di stimolare il corpo e calmare certi sintomi.
Una teoria che tiene in somma considerazione le frequenze proprie del corpo umano, una teoria molto orientale e molto poco occidentale.

Ed ovviamente la cromoterapia non può non tener conto dell’arcobaleno e dei colori che lo compongono.
Ed ecco allora che il rosso viene associato alle pulsioni, al sesso, al sangue e alla pressione arteriosa.
Il giallo, per i teorici della cromoterapia, è ritenuto fondamentale per l’apprendimento e per stimolare la parte razionale del cervello.
L’arancione è indicato come potente antidepressivo, come colore di contrasto alle fobie, come regolatore dei bioritmi e della tiroide, e quindi come equilibratore umorale.
Il blu è solitamente associato come tranquillante, ha un po’ l’effetto opposto allo stimolante arancione.
Il verde stimola, verrebbe da dire risuona, con la parte dell'anima capace di regalarci armonia, equilibrio, pace e voglia di rinnovamento 
Pur se molto new age la cromoterapia affonda le sue origini nell’antichità, se ne trova traccia infatti tanto in testi egiziani quanto in quelli della Grecia, se ne recano tracce anche nell'antica Persia e nell'attuale India.
E’ stato con l’avvento del razionalismo che è stata relegata a pseudoscienza, non potendo contare su un legame causa effetto molto forte.
Ed ovviamente i detrattori, messi dinanzi a qualche buon risultato, invocano, come nel caso dell’omeopatia, la parolina Placebo.
A questi novelli soloni che, in nome di un fantomatico e mai troppo ben verificato “metodo scientifico” applicato alla medicina, hanno deliberatamente scisso il corpo dalla mente verrebbe da dire che, sinchè funziona, la cromoterapia assolve lo scopo nobile di ogni terapia: la guarigione.
Del resto sono tante le cose che non riusciamo a spiegarci, ma non per questo ci ridiamo su.

Massimo Bencivenga   

 

 
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