Smettere di fumare e ingrassare. Leggenda metropolitana o problema reale?
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Smettere di fumare e ingrassare. Leggenda metropolitana o problema reale?

Smettere di fumare e ingrassare. Cerchiamo di capire se si tratta di una falsa convinzione o se c’è una ragione scientifica dietro questa associazione

Smettere di fumare e ingrassare. Leggenda metropolitana o problema reale?

 Smettere di fumare e ingrassare. Leggendo i dati di una indagine rilevati nel 2006 condotta dalla Doxa e dall’Istituto Superiore della Sanità (ISS), quella del fumo è una dipendenza che gli italiani stanno piano piano perdendo.
Oramai quello degli ex-fumatori è un popolo di ben 9 milioni di italiani (il 18,1% dell’intera popolazione).
D’altra parte il 36,3% dei fumatori abituali, che consiste in 4,4 milioni di italiani, ha ammesso di aver tentato in passato di smetter di fumare senza, però, riuscire a farlo in maniera definitiva.
Se è già difficile abbandonare la schiavitù dalla sigaretta, una paura molto diffusa tra i fumatori è quella del presunto legame tra smettere di fumare e ingrassare.
Effetto simile a quello che produce la caffeina, altro acceleratore del metabolismo.

Il caffè però, va detto, produce un effetto passeggero, tanto più stimolante quanto più la sua assunzione è  saltuaria; quando in effetti il corpo umana si abitua l’efficacia diminuisce.
Di contro, la nicotina stimola il metabolismo fin tanto che si è abituati a fumare; interrompendo questa abitudine avviene un rallentamento del metabolismo.
Con le dovute proporzioni è quello che accade agli ipertiroidei quando il funzionamento della tiroide viene “normalizzata” mediante l’utilizzo dei farmaci o a quegli sportivi che, smettendo l’attività agonistica, cominciano a condurre un’esistenza sedentaria: riducendosi sensibilmente il consumo di energie ma mantenendo inalterate le abitudini alimentari si finisce per prendere peso.
Smettere di fumare e ingrassare avviene anche perché la nicotina ha anche un effetto anoressizzante; una volta tolto il vizio del fumo aumenta l’appetito. A questo va anche aggiunto che può incidere sull’aumento del peso nel cambiare un abitudine così radicata per un fumatore, è anche il fattore psicologico e ha a che vedere con l’aspetto orale del fumo. Una volta rinunciato alla sigaretta si sente il bisogno di sostituirla con qualcos’altro da tenere in bocca. Spesso si finisce per sgranocchiare spesso qualcosa aumentando, in tal modo, l’apporto di calorie.A dire il vero la nicotina è un alcaloide che non solo viene assimilato facilmente dal corpo umano ma induce sia dipendenza ma anche degli altri effetti sia sul sistema nervoso che su quello cardiovascolare; sarebbe, a quanto pare, anche responsabile dell’aumento di peso.
Va, infatti, sottolineato che la nicotina induce un lieve effetto di stimolazione del metabolismo e,a dimostrazione di questo è facilmente rilevabile che coloro che fumano bruciano più calorie.
Dagli studi fatti pare che ci sia addirittura una certa corrispondenza tra il numero di sigarette in passato fumate ed i chili presi : stando ad uno studio statunitense effettuato su ex fumatrici, quelle tra loro che fumavano di più (25 o più sigarette al giorno) vedevano aumentare il loro peso quantomeno il doppio rispetto alle fumatrici “leggere”. Va però detto che la maggior parte del peso preso dipendeva dall’aumento di cibo ingerito.
E così un po’ per volta si finisce per arrivare ad un incremento medio del peso che va dai 3 ai 5 chili acquisisti nel corso di alcuni mesi. Sicuramente non si possono fare delle regole in tal proposito visto che l’incremento del peso dipende molto dal soggettivo stile di vita dell’ex-fumatore. In generale le variazioni di peso sono già evidenti nel corso del primo anno da quando si è smesso con le sigarette, tutt’al più nel corso del secondo.
Naturalmente ci riesce ad intervenire subito può evitare l’associazione smettere di fumare ed ingrassare.
Non appena ci si rende conto che il peso aumenta, secondo gli esperti non bisogna certo costringersi a mettersi a dieta: si finirebbe per sottoporsi ad una pressione esagerata, difficilmente sostenibile in un frangente così delicato come quello della rinuncia al fumo. Invece è consigliabile ricorrere a tutta una serie di semplici accorgimenti che aiutino a soddisfare il bisogno di “ciucciare” qualcosa pur limitando l’acquisizione di calorie. Un esempio può essere quello di alimentarsi consumando più pasti nel corso della giornata con diversi spuntini preferibilmente a base di frutta.
Un altro modo per evitare di incrementare troppo l’apporto energetico è quello di avere sempre a portata di mano cose a basso o nullo contenuto calorico: acqua, caramelle o chewing-gum senza zucchero, verdure tagliate a pezzettini, gallette di riso e così via.
Nella scelta dei cibi valgono tante regole generali di alimentazione consigliate dal nutrizionista come  limitare i grassi e le proteine animali – meglio quella provenienti da pesce – aumentare gli alimenti di natura vegetale (cereali integrali, legumi, frutta e verdura di stagione). Vitamine e minerali assimilate dagli alimenti vegetali, favoriscono un’azione depurativa e antiossidante (il fumo è un potente ossidante, ed è causa della formazione di  radicali liberi).
Sempre stando ai consigli del nutrizionista è controindicato la pratica pur molto diffusa di diminuire le calorie diminuendo o eliminando dalla dieta i carboidrati (ossia pasta, pane, e cereali in genere).
Questo tipo di alimenti, non tutti sanno che svolgono un’azione stabilizzante sull’umore, perché favoriscono la produzione della serotonina, il neuromediatore che ostacola sia la fame nervosa che la depressione. Va sottolineato che i carboidrati tratti da cibi di farina integrale contengono le vitamine del gruppo B, preziose per il cervello e l’umore. E oltre ciò le fibre dei cereali integrali favoriscono il corretto funzionamento dell’intestino: l’astinenza da nicotina può produrre stitichezza.
Ovviamente sempre stando ai consigli del nutrizionista per smettere di fumare e non ingrassare bisogna badare bene anche a ciò che si beve.
Innanzitutto bisogna limitare l’uso della caffeina. Sia perché favorisce il nervosismo già latente in chi ha appena smesso col fumo. Meglio se al posto di tè o caffè  al mattino si bevano tazze di infusi di erbe o tè giapponesi, senza o con pochissima teina (come il bancha o il kukicha).
va sottolineato che il desiderio impellente di accendersi una sigaretta ha una brevissima durata, solo alcuni minuti e una tazza di una buona bevanda o dell’acqua acqua fresca aiutano a spegnerlo.
E’ importante moderare anche l’alcol che apporta calorie e può, aumentando la “disinibizione”, indurre in inopportune trasgressioni.  

 

 
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