 Volevo raccontare questa Storia già dopo la finale di Europa League di quest’anno, ma poi la cosa rimase nel cassetto delle intenzioni.
Il mondiale di Sudafrica 2010 mi ha ricordato, forse dovrei dire imposto, di raccontare questa Storia.
Già perché quella di Diego Forlan, attaccante e stella della nazionale dell’Uruguay che dopo 40 anni si giocherà un possibile accesso alla semifinale, è una di quelle storielle da raccontare ai bambini nelle fredde e lunghe serate invernali, una storia per certi versi natalizia.
Siamo tutti abituati a vedere i calciatori come dei bambini capricciosi e viziati che hanno avuto in dono una dote e che spesso la sciupano in una marea di sciocchezze e stupidità, in alcool, auto, donne e droga.
In tal senso illuminante è la frase di uno dei più, è proprio il caso di dire, belli e dannati che hanno mai calcato un rettangolo verde.
Una delle massime (sic!) associate a quello che veniva chiamato il quinto beatles, a George Best, recita più o meno così: “Ho speso gran parte dei miei soldi per donne, alcol e automobili. Il resto l'ho sperperato…”.
Siamo abituati a vederli picchiare paparazzi (non Papa Ratzinger) che hanno l’unica colpa di averli immortalati mentre sono abbarbicati alla soubrette/velina/schedina/prezzemolina di turno, una che, con molta probabilità, avrà una notorietà ancora più effimera del calciatore.
Una di quelle che il mondo ha imparato a conoscere con l’acronimo Wags.
Diego Forlan, star dell’Uruguay del gran signore Oscar Tabarez e mattatore con una doppietta della finale di Europa League Atletico Madrid-Fulham, ha anche lui la sua brava wags.
Si chiama Zaira Nara, è molto bella ed è la sorella di un’altra wags, Wanda, novia del centravanti del Catania Maxi Lopez.
Ma non è della wags di Diego Forlan che voglio parlare, ma di un’altra donna molto importante nella vita del centravanti dalla bionda chioma: la sorella.
Diego Forlan aveva un sogno: diventare un tennista. Era un ragazzino di talento, magari ce l’avrebbe fatta. E magari no. Quello che lo spinse verso il calcio fu un terribile incidente capitato alla sorellina minore, Alejandra, in seguito al quale rimase paralizzata.
In quel momento Diego Forlan promise al padre che sarebbe diventato un calciatore professionista per far curare al meglio la sorella.
Possiamo dire che la promessa è stata mantenuta, ma che, purtroppo, il male della sorella è di quelli che non si curano con i soldi.
La voglia di rendersi utile è però ovviamente rimasta. Oltre a prodigarsi per alleviare le sofferenze della sorella, Diego Forlan, in Uruguay, ha aperto e gestisce con il padre una scuola calcio per i bambini poveri, per quelli che non potrebbero pagarsi un allenatore.
In virtù del suo impegno e della sua sensibilità fuori dal campo, e per effetto anche della notorietà nel mondo dello sport, è stato nominato Ambasciatore Unicef per il Sudamerica e la Spagna, ruolo peraltro ricoperto fino al 1996 da uno dei suoi idoli calcistici: Enzo Francescoli, il principe.
Diego Forlan, campione dentro e fuori un rettangolo di gioco, ha dimostrato di capire che non solo si possono realizzare dei sogni, ma anche aiutare altri a realizzare i propri.
Massimo Bencivenga
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