L'arresto dei due boss e un nuovo patto Mafia-Stato
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L'arresto dei due boss e un nuovo patto Mafia-Stato

Mentre ancora infuriano le rivelazioni dei pentiti e il Caso-Cosentino, lo Stato mette a segno diversi colpi nella lotta alla malavita. Ci sono però dei ma e di perchè...

L'arresto dei due boss e un nuovo patto Mafia-Stato

Una sola semplice considerazione. Ammesso che ci sia del vero nel “papello” che Massimo Ciancimino, figlio di don Vito, sindaco colluso con la mafia di Palermo, ha dato agli inquirenti,  papello che attesterebbe un “patto” Mafia-Stato  e che fu stipulato con l’obiettivo di porre fine alla sinfonia delle bombe del ’93 ed agli arresti dei mafiosi, siamo alle soglie di un nuovo patto? Nel ’93 le bombe finirono e, più o meno congiuntamente, anche gli arresti. Mi spiego meglio. E’ un caso che, nel momento in cui pesanti ombre della malavita si sono allungate sul Governo (caso Nicola Cosentino e le rivelazioni di Spatuzza sulla amicizie “pericolose” del premier Silvio Berlusconi) lo Stato abbia risposto con un forte rastrellamento in Campania e con l’arresto di due boss, Giovanni Nicchi e Gaetano Fidanzati? Il Berlusconi sotto inchiesta che reagisce arrestando dei malavitosi.

E’ un modo per far vedere che lui combatte la malavita o un che? E siccome la malavita soffre di Horror vacui, chi prenderà il posto dei boss arrestati? Dall’opposizione arrivano tiepidi segnali, quasi un ramoscello d’ulivo, vero non il partito, a Berlusconi ed un invito (Violante) a vederci chiaro nelle faccende, che poi significa insabbiare tutto anche perché il suo amichetto Nicola Mancino, ex presidente del senato con Romano Prodi quando Luciano Violante era presidente della Camera, e attuale vicepresidente del CSM (la presidenza del CSM è di Giorgio Napolitano), è chiamato in causa come uno dei referenti politici nella trattativa del ’93. Insomma nessuno vuole una nuova tangentopoli, anche perché nessuno,in caso di una simile buriana, potrebbe dirsi al sicuro.
Emblematico è il caso della Campania. Nicola Cosentino, sottosegretario all’economia e, unico caso, coordinatore regionale del Pdl, è sotto attacco da una parte del suo partito. Lui e Italo Bocchino si vedono come il fumo negli occhi. Bocchino ha premuto forte, anche a mezzo stampa, per gettare fango su Nicola Cosentino e sulla gestione di alcuni servizi (rifiuti) in Campania, ottenendo in cambio di essere a sua volta indagato per gli stessi capi di accusa; il tutto mentre lo scempio sui rifiuti è opera del centrosinistra, Bassolino è stato anche commissario straordinario. Ecco perché nessuno dell’opposizione, se si eccettuano Di Pietro e i suoi, sta veramente cavalcando l’onda delle rivelazioni su Berlusconi e Dell’Utri, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.

 

Lo stesso Marcello Dell’Utri che nel ’93 (sempre questo anno!) fu l’ideatore di Forza Italia.

Silvio Berlusconi parla di successi e di sputtamento del paese. E allora? Dobbiamo tenerci dei faccendieri al governo per dare una buona immagine dell’Italia? E se qualcuno vuole informarsi provi un po’ a dare un’occhiata ai giornali stranieri, potrà farsi un’idea di come giudicano Silvio Berlusconi e la nostra democrazia. Per la Lega il termine associato più usato all’estero è xenophobe. Ma si sa, anche le testate inglesi, francesi o olandesi, sono quinte colonne comuniste che attentano all’immagine dell’Italia e sono invidiose di Berlusconi.

Pongo all’attenzione ed all’intelligenza del lettore un altro caso. Torniamo all’aprile del 2006, ai giorni immediatamente successivi al voto del 9 aprile, voto che vide la coalizione guidata da Prodi, vincere, forse, d’un soffio. Berlusconi ordinò ad un suo ministro di sputtanarsi, a volerla dire come lui.

Beppe Pisanu, ministro dell’interno, divulgò tutta una serie di notizie in merito alle elezioni, a presunti brogli ed irregolarità nelle elezioni. C’è ancora un contenzioso in atto per quella storia, ma Silvio gli aveva ordinato di “fare ammuina”, fare casino, confondere, mentre lui auspicava un governo di larghe intese, in quanto nessuno aveva vinto. Poi sappiamo come andò a finire. Quello che mi preme sottolineare è che nella mattina dell’11 aprile, verso le 4 si seppe della vittoria del centrosinistra, venne arrestato Bernardo Provenzano, un altro colpo del ministro Pisanu.

Come interpretare queste strane coincidenza? Le elezioni, l’ammuina dei brogli e l’arresto di Provenzano?

Si volle esibire una vittoria o punire qualcuno? Nel 2001 quando Silvio Berlusconi vinse le elezioni la Sicilia si colorò d’azzurro….

                                                     Massimo Bencivenga

 
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