 La profonda crisi che sta attraversando la Grecia ancora una volta ci induce a riflettere sulla portata della crisi finanziaria, di una finanza elettronica e di carta, che si è acuita nel 2008, ma che ha radici ben più lontane, e che, non contenta di danneggiare banche e finanziarie, adesso attacca interi Stati. E ancora una volta dobbiamo chiederci se siamo disposti a credere o meno agli esperti di economia che vanno in tv, quelli diciamo più mediatici o più proni al potente di turno, quale e di che colore che sia. In un mondo perfetto questi personaggi che vediamo adesso sarebbe spariti, per il semplice motivo che sono gli stessi esperti che non sono stati in grado di prevedere la crisi.
Strana disciplina l’economia, gli economisti si ostinano a chiamarla Scienza, ma poi brancolano nel buio, quando si chiede loro una previsione, in misura nettamente maggiore rispetto ai colleghi esperti di scienze più hard quali Fisica, Chimica e così via. La scienza triste, così è chiamata l’economia.
Strana disciplina dicevo, adesso si fa un gran parlare della bontà delle teorie economiche di John Maynard Keynes, una vision che sta soppiantando, dopo più di 30 anni, le teorie liberiste del laissez-faire di Milton Friedman. Ad oggi c’è una feroce contestazioni fra chi segue la linea di Keynes e chi le teorie di Friedman. Solo che..solo che Keynes e Friedman in origine erano dei matematici. Matematici che hanno deciso di cercare di modellizzare l’economia. Quindi forse i due più grandi pensatori economici del novecento erano dei matematici e non economisti in senso stretto. Ed è della matematica, unitamente alla capacità di ubiquità offerta dalle nuove tecnologie, la responsabilità principale della non previsione della crisi. Il tentativo di spalmare su più soggetti il rischio cade miseramente quando, come in un castello di carta, qualche soggetto va in difficoltà. Sarà anche successo qualcosa di improbabile nelle previsioni, ma è successo.
Gli enti, gli Stati e le regioni hanno fatto lo stesso. Hanno cartolarizzato con bond, futures e derivati il loro credito, ma ciò non li mette al riparo se comincia davvero a piovere. E sulla Grecia, sui prodotti tossici garantiti da advisor che intascavano i soldi da entrambe le parti (vero Goldman Sachs? Vero Mario dottor Draghi?) adesso diluvia.
La Grecia deve solo scegliere la corda con la quale impiccarsi. Uscire dall’Euro? Forse non può nemmeno, ma di certo non gli converrebbe e comunque ha già, pur rimanendo nell’Eurozona, compromesso il suo appeal, la sua fiducia. E se in economia perdi la faccia e la fiducia dei soci..può anche scegliere la corda FMI (Fondo Monetario Internazionale). Scegliere il Fondo Monetario Internazionale significherebbe non solo scegliere la corda ma anche dare il calcio alla sedia.
Per ulteriori informazioni rivolgersi a: Bolivia, Indonesia, Polonia, Russia, Sudafrica, Corea del Sud, Vietman, Singapore, Argentina.
Avere un debito con il Fondo Monetario Internazionale significa averlo per sempre.
Non solo, ma significherebbe anche per la Grecia diventare debitrice ancora di più degli States, che sono il primo azionista del FMI, ed un passo degli stessi nell’eurozona. Solo che, nel mondo interconnesso, le cose possono cominciare a precipitare se uno o più stati cominciano a vacillare.
Ed ecco allora che l’effetto domino paventato Irlanda, Grecia, Portogallo, Spagna (i paesi Pigs) non mette nessun paese dell’eurozona al riparo da una profonda crisi, quando non un vero e proprio default. Qualcuno sta cominciando ad osannare la politica monetaria di Giulio Tremonti, facendosi anche irretire dal fatto che lui “la crisi l’aveva prevista”. Quando? Poco prima dello scoppio, quando un po’ lo dicevano tutti che questi subprime e derivati ci avrebbero seppelliti. Certo forse forse la spesa non è aumentata tanto ma a salvarci è stata l’ingessatura che caratterizza l’economia italiana.
E’ ancora presto per dire se siamo salvi, per adesso l’ingessatura ha tenuto, ma la stessa ingessatura sarà un ostacolo quando gli altri paesi ricominceranno, con la ripresa, a correre.
In quel momento mentre gli altri galopperanno noi saremo al trotto.
Massimo bencivenga |