Roberto Formigoni ha i giorni contati, non perché stia male, ci mancherebbe, quanto perché anche il suo partito sta premendo per non arrivare oltre la primavera del 2015. Le ragioni che inducono il Pdl a “sollecitare” Formigoni a lasciare, e ad andare a nuove elezioni, magari insieme a quelle politiche, possono essere almeno due.
Le persone indagate e imputate, quando non arrestate, cominciano a essere tante e proseguire su questa strada per altri due anni significa perdere di sicuro. Andare alle elezioni in Primavera, invece, potrebbe significare limitare i danni, e sperare che per allora la buriana sia passata.
Ma fare un passo indietro significa anche tendere una mano alla Lega Nord, che dal canto suo vorrebbe battere il ferro finchè è caldo e andare al voto il prima possibile. I due partiti, intendo il Pdl e la Lega Nord, sono ben consapevoli che solo uniti possono ri-vincere a quelle latitudini.
Ed ecco perché gran parte dello Stato Maggiore del Pdl chiede un passo indietro a Formigoni, che potrebbe essere candidato al Parlamento. Roberto Formigoni è a capo della Lombardia, la prima Regione d’Italia, dal 1995, negli ultimi tempi ci sono stati dei “problemi” con i collaboratori, ma, tutto sommato, è una Regione che funziona meglio di tante altre.
Chi gli succederà? Nomi ancora non se ne fanno; certo qualche rumors c’è, ma indicare qualcuno adesso significa bruciarlo in una campagna da qui a 5-6 mesi.
Qualora in Primavera si votasse per le politiche, per la Lombardia e per il Friuli Venezia Giulia (va in scadenza il mandato di Renzo Tondo) si potrebbe profilare una situazione del tipo: alleanza al nord tra Pdl e Lega Nord, con magari un candidato della Lega in Friuli e uno del Pdl in Lombardia. O viceversa.
Uno scenario da fantapolitica? Ma mica tanto…
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