I numeri di Renzi e la lezione della Sardegna
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I numeri di Renzi e la lezione della Sardegna

Il sindaco di Firenze si appresta a formare il primo governo mentre il Pd in Sardegna vince grazie ai "nanetti" della politica che Renzi e Berlusconi vorrebbero eliminare con la nuova Legge Elettorale. Ma su quanti senatori potrà contare Renzi?

I numeri di Renzi e la lezione della Sardegna

Questa settimana, con molta probabilità, vedrà nascere il Governo Renzi. Letta si è dimesso e adesso tocca al nuovo segretario del primo partito (ma sarà poi davvero così!) italiano provare a evitare un nuovo ricorso alle urne.
Le urne potranno anche essere scongiurate, ma difficile non vedere in questa nuova formazione, ancora in essere mentre scrivo, qualcosa di molto diverso dai governi delle larghe intese di Monti e Letta. Se qualitativamente son simili, sono diversi da un punto di vista numerico.

Il senatore Monti, calato dall’alto, ebbe il sostegno entusiastico della triade ABC, con una incredibile flottiglia di ben 281 senatori.

A dicembre Letta, dopo la fuoriuscita del gruppo di Berlusconi arrivò a 174, 13 in più del quorum fissato a 161. 

Renzi dovrebbe partire dagli stessi 174, se qualcuno del Pd non si tira indietro, e allora sarebbero dolori, ma per andare sul sicuro dovrebbe provare a rimpolpare le fila.

Con chi? Con elementi di SEL, un partito che la sua Legge Elettorale vorrebbe rendere un “utile idiota” che porta voti e non va, per effetto dello sbarramento, in Parlamento e su possibili transfughi del M5S.

Monti con quei numeroni riuscì solo, diciamola tutta, a fare una legge sulle pensione, che se non l’avesse fatta per prima non sarebbe neanche passata così liscia, e il Fiscal Compact. Da agosto 2012 a Febbraio 2013 non riuscì a fare più nulla di incisivo per il Paese, ammesso e non concesso che i provvedimenti che ho detto, che sono sì incisivi, abbiano effettivamente giovato al Paese. 

Una stampella, ma sinceramente non me la figuro, potrebbe arrivare da Vendola, ma solo se Renzi gli promette una qualche apertura sui temi che son cari a SEL e Vendola, vale a dire: diritti per i gay e le coppie di fatto, la legalizzazione delle droghe leggere, una legge sull’eutanasia e il fine vita.

Renzi su questo non lo segue né può accontentarlo senza incorrere nelle ire di Santa Romana Chiesa Cattolica e Apostolica, che esercita sempre ed eccome una forte e autorevole moral suasion sui governi nostrani, e senza far storcere il muso ad Alfano e i suoi. E siccome quelli di NCD son di più, la vedo dura per una apertura a sinistra e del resto Angelino Alfano lo ha detto abbastanza chiaramente: Renzi va bene, ma basta che il nuovo governo non sia di sinistra. Come a dire, se entrano quelli di Sel noi non ci stiamo.

Ma facciamoci una domanda semplice, perché in genere son quelle più proficue.
A Gennaio Renzi era il nuovo segretario, ma la maggior parte dei parlamentari del Pd erano con Letta e non mancavano di buttare acqua sul fuoco delle dichiarazioni di Renzi. Poi, d’amblè, nel giro di poco più di una settimana, Letta è diventato quasi un appestato, qualcosa di cui liberarsi.
Perché? E non venitemi a dire che adesso c’erano le pressioni di Confindustria, perché quelle c’erano anche prima.

No, qualcosa è successo per far decidere, a QUELLI che DAVVERO decidono, di cambiare cavallo, di mandare in naftalina Letta per puntare sul nuovo puledro Renzi.

Perché?

E soprattutto, cui prodest?

Domande alle quali, forse, troveremo risposta tra qualche anno. Intanto la nuova grana è quella di un Barca che lamenta pressioni esterne da qualcuno che lo vorrebbe come ministro economia. Ovviamente, detto ministro economico dovrebbe fungere da yesman.

La scorsa domenica ci sono state le elezioni regionali in Sardegna. Il presidente uscente Cappellacci passerà la mano a Pigliaru del Pd. Da quelle parti stanno festeggiando, anche troppo, perché non tengono conto di una cosa, che hanno il consenso di solo 1 (UNO) elettore su 10.
Perché? Perché su 10 elettori ben 5 non sono andati a votare e di questi cinque solo il 22%, ossia UNO, ha votato per il Pd. Tutta la coalizione di Pigliaru è arrivata al 42,2%.

Il Pd da solo non vince, di questo Renzi si deve far capace, D’Alema e compagnia lo sanno, ma la Legge Elettorale di Renzi mira a falcidiare i piccoli, ma utili, partitini.
Riuscirà a farla passare?
In sintesi avremo un Governo Renzi con grosso modo la stessa maggioranza di Letta, che dovrebbe fare le cose che Letta non è riuscito a fare.

Auguri!!

 

Massimo Bencivenga  

 
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