
Legge elettorale sì, legge elettorale no. Il Pdl sembra pronto per presentare una sua proposta di legge, in accordo con la Lega Nord. Il Pd denuncia l’inciucio perché sa che la vecchia maggioranza, insieme a quelli del Terzo Polo, possono far passare una nuova legge elettorale. Gli animi si stanno scaldando, il Pd minaccia di togliere il far cadere il Governo se la proposta passerà senza consenso del Pd stesso, che, pur di darla loro vinta, preferirebbe eccome andare a votare con l’attuale porcellum, che da sei anni buoni tutti dicono di voler cambiare ma che, viceversa, fa comodo alle segreterie che possono, eludendo le preferenze, piazzare i loro uomini nelle posizioni privilegiate.
Ad ogni buon conto, per parte mia, l’auspicio sarebbe quello di andare a votare con una legge diversa da quella attuale, un sistema che mi consenta di scegliere un candidato e non una lista. Non che le cose vadano (o sono andate) nettamente meglio, la storia appena appena meno recente in tal è illuminante, ma perlomeno in tal senso votando un partito si eviterebbe di trovarsi in Parlamento la segretaria particolare di Tizio, l’amante di Caio e la moglie di Sempronio, con buona pace degli altri e in ossequio alle quote rosa.
Il testo su cui il Pdl vuole trovare l’accordo con la Lega Nord viene definito dal Pd “la porcata due”, e passano poi a denunciare le intese che sembravano raggiunte insieme a Pdl e Udc sul cosiddetto Provincellum.
Questo braccio di ferro potrebbe causare qualche problema anche al premier Monti, che si troverebbe a governare una maggioranza che si vota contro in continuazione. L’altra sera, in tv da Mentana, ho sentito che alcuni parlamentari si sarebbero rivolti a degli insigni giuristi per chiedere lumi. Su cosa? E’ possibile rinviare le elezioni solo in un caso: in caso di Guerra. Ebbene, a questi giuristi è stato chiesto se la strisciante guerra economica che stiamo combattendo possa rientrare nella casistica dei motivi per cui chiedere un rinvio delle elezioni. Il timore delle urne attraversa un po’ tutto l’arco costituzionale, con particolare riferimento per le forze che sono al governo.
Antonio Baldassarre, già presidente emerito della Consulta, ha detto: “La proroga delle Camere sarebbe una via davvero strappata, percorribile sul filo dell’incostituzionalità. La dovrebbero però approvare Camera e Senato che, votandola, di fatto potrebbero allungare la vita al governo in carica. E’ evidente che buona parte della politica potrebbe anche valutare questa strada, e perché le elezioni del 2013 forse rappresentano un grosso punto interrogativo per tutte le forze politiche. Ma sarebbe evidente la sospensione d’un diritto costituzionale, rimarrebbe un brutto precedente nella nostra storia parlamentare”.
Il costituzionalista Augusto Barbera afferma che i politici: “dovrebbero trovare prima uno stato che dichiari guerra all’Italia, e poi votare la proroga: ma la guerra deve essere tradizionale, non basterebbe una guerra economica a giustificare la proroga”.
Massimo Bencivenga
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