 Mentre una parte dell’Italia piange Gianni Baget Bozzo, il sacerdote di Craxi prima e Berlusconi poi, il religioso ligure che ha saputo barcamenarsi sempre bene, troppo bene, tra teologia e politica, l’uomo che raccoglieva le confidenze, i timori e le speranze del premier Berlusconi, va a tal proposito rimarcato che Baget Bozzo ha contribuito a scrivere la carta dei valori del nascente partito di Forza Italia, un altro religioso rappresenta un pericolo politico per Santa Romana Chiesa Cattolica e Apostolica. Prima di occuparci del “caso” ancora in essere ricordiamo che Baget Bozzo è stato a più riprese europarlamentare, la prima volta con il Psi del suo amico Craxi e, in quella occasione, fu sospeso “a divinis” dal suo vescovo perché s’era candidato senza previa autorizzazione.
Negli anni Baget Bozzo è stato uno dei religiosi che più si sono “ingarbugliati”, se mi passate il termine, negli affari politici. Un po’ meno potente dei vari Ruini, Bertone e Fisichella, ma più presente degli stessi nel quotidiano dibattito politico e nei corridoi del potere.
Anche recentemente si era schierato dalla parte del premier nella querelle con Veronica Lario. Ma chi è il religioso che turba i sonni di Roma? Fernando Lugo. E chi è? Si da il caso che Fernando Lugo sia il presidente del Paraguay. Ed è stato un vescovo. Nato in una famiglia di rivoluzionari che tanto hanno patito sotto il regime del generale Stroessner, ha avuto lui stesso non poche noie dal regime, la sua popolarità, è stato vescovo della zona più povera del paese, ha avuto un’impennata notevole nel corso degli anni, tanto da indurlo a lasciare la Chiesa per potersi candidare. Ora detta così sembrerebbe una cosa semplice; in realtà la questione si è protratta per almeno tre anni dal 2005, con la sede papale che sino all’ultimo ha cercato di non far candidare un suo rappresentante, forte della massima preferita dal cardinal Ruini ossia quel “contare senza contarsi”, quel fare politica senza farlo in prima persona. E soprattutto senza un numero che inchiodi e cristallizzi il consenso.
Fernando Lugo, da laico, ha vinto le elezioni e sta governando. Potete ben immaginare perché la Chiesa non vuole religiosi in politica; immaginate il danno per l’istituzione in caso di corruzione, concussione, peculato e via discorrendo; da laici invece la Chiesa potrà sempre dire che “non erano più nella grazia del Signore”. Ma ancora una volta non è questa la questione. Il mese scorso Lugo ha riconosciuto, pressato dall’opposizione, la paternità di un bimbo di due anni avuto dalla ventiseienne Viviana Carrillo quando ancora indossava l’abito talare. Gli avvocati della donna intendevano chiedergli di sottoporsi a un esame del Dna. Un esame che lo avrebbe inchiodato ed allora la confessione è parso il male minore. Un altro duro colpo per la Chiesa e per le sue restrizioni in materia di donne e celibato. Due scandali nella stessa persona: una commistione in cose terrene ed una commistione, mettiamola così, carnale con una ragazza. Non è che magari sarebbe il caso di rivedere da Roma alcuni punti? Non è che per mere operazioni di facciata la Chiesa rischi di perdere persone valide? Dopotutto Lugo è stato eletto quasi a furor di popolo e battendo il partito Colorado dopo 61 anni. Vorrà pur significare qualcosa.
Massimo Bencivenga |